Gazzetta dello Sport: “Deputato, è sicuro?: «Dire Juve mer** diverte: lo merita». Incredibile Taglialatela, commissione Antimafia: «Io un ultrà del Napoli. Gli arbitri? Pagati dalla Fiat»”
“Il rischio è che questa cortina fumogena annebbi la vista, che il chiacchiericcio indistinto trasformi tutto in guerra tra tifoserie: le infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva Juve scoperte dal tribunale di Torino stanno portando in dote polemiche un tanto al chilo. Quasi tutte sono lontane dal tema, rimbalzano dalle aule di tribunale fino a quelle del Parlamento. Così, mentre arrivava la notizia della data del processo sportivo per i bianconeri fissato il 26 maggio, ecco l’ultimo scivolone che imbarazza l’Antimafia. La commissione ha acceso un faro sul legame tra calcio e organizzazioni criminali, ma qualche parlamentare ha deragliato nelle dichiarazioni. Così Marcello Taglialatela, deputato napoletano di Fratelli d’Italia, dopo che aveva fatto il giro del web una sua foto assieme a Ignazio La Russa con la sciarpa «Juve me…», ha aggiunto il carico al programma di Radio 24 La Zanzara: «Sono un ultrà del Napoli, dire Juve me… è una cosa che ogni tanto dal punto di vista calcistico diverte. Qualche volta l’ho cantata allo stadio, quando la Juve se lo merita è assolutamente normale. Quando ci sono dei favori arbitrali…». E poi altre parole su una delle tante bufale di questi tempi: «Io so che gli arbitri sono sponsorizzati dalla Fiat e quindi dalla Juve. Prendono soldi…». Il riferimento è al fatto che Exor, holding della Famiglia Agnelli, sia stata nel capitale del grande fondo di investimento J.C. Flowers & Co, che nel 2015 ha rilevato EuroVita, compagnia assicurativa italiana sponsor da 2 anni dell’Aia (in realtà la quota, minuscola, era stata ceduta già anni prima). LA POLEMICA Sul web i tifosi juventini chiedono la testa di Taglialatela: l’accusano di non aver la giusta distanza per occuparsi della Juve. Ma sono pure i suoi stessi colleghi a dissociarsi, su tutti il presidente Rosy Bindi: «Le parole di Taglialatela sono gravi e inutilmente offensive della serietà e del lavoro della Commissione». Un altro deputato napoletano, Marco Di Lello, presidente della Comitato Mafia e Sport, ha sempre usato giudizio sul tema: «Taglialatela non ha fatto un buon servizio né a sé né al nostro lavoro, dobbiamo evitare che l’Italia diventi un Paese di curve, figurarsi il parlamento». PECORARO NEL MIRINO Non solo napoletani in Commissione. Pure il deputato Stefano Esposito, un passato nella curva Juve, è tornato sull’episodio: «Bisogna evitare luoghi comuni dal bar sport e fare illazioni sugli arbitri con una bufala. Basta logiche da tifosi in un momento in cui dovremmo essere concentrati sui fatti». Qualche tempo fa, sempre alla Zanzara, aveva usato anche lui la stessa parolaccia di Taglialatela destinandola alla Roma: «Raccontavo solo quello che cantavo in curva a 17 anni si è difeso , Taglialatela poteva fermarsi alla foto con la sciarpa e aggiungere: “Io allo stadio voglio essere giovane…”. Per quanto mi riguarda la domenica può urlare quello vuole, ma nell’esercizio delle sue funzioni no perché svilisce le istituzioni». Esposito aveva pure duramente contestato il procuratore federale per una frase che Pecoraro durante la audizione in Antimafia avrebbe erroneamente attribuito ad Agnelli: «I due fratelli sono stati arrestati, Rocco Dominello, ndr è incensurato, parliamo con lui». Il giallo è stato svelato: fonti investigative confermano che la frase è in una conversazione CalvoD’Angelo del 5 agosto, quindi successiva agli arresti di luglio e senza valore probatorio. Pecoraro ha già dato la disponibilità, l’audizione verrà desecretata e l’audio dovrebbe essere disponibile dalla prossima settimana. Intanto, Esposito ha ribadito: «Se Pecoraro ha riportato una cosa falsa, non l’ha fatto al bar. In più, motivava una precedente affermazione generale, quella dei rapporti consapevoli con la mafia di Andrea, che non emerge dagli atti».”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.