L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo e la delusione del Barbera che ha fischiato i rosanero.
Una notte dalle mille emozioni ha visto festeggiare il Brescia, mentre il Palermo è uscito sotto una dose abbondante di fischi. Erano in 33mila al Barbera (con 200 ospiti che dopo il primo gol hanno dato vita a qualche intemperanza), l’inferno e il paradiso si sono palesati per entrambe le squadre più volte in 90’ ad alta tensione e alla fine il verdetto è questo: Brescia al playout davanti al Cosenza (una vittoria e un pari nello scontro diretto), Palermo fuori dai playoff perché dietro al Venezia (due sconfitte in campionato). Un bel pieno d’entusiasmo e fiducia per Gastaldello, ma quanta amarezza per la squadra di Corini, beffata dal gol in extremis della Reggina che l’ha vista scavalcare sul più bello.
Eppure la notte era cominciata benissimo per il Palermo, parso molto più motivato e in gol due volte già nel primo tempo. La prima dopo soli 4’, grazie a una difesa del Brescia imbambolata (a cominciare dal disimpegno di Mangraviti) e a una giocata da vero Brunori (che chiude il campionato a quota 17): controllo e palla all’incrocio. La seconda prima dell’intervallo con Tutino, che ha girato in porta un assist del compagno di reparto.
E poi? Basta, il Palermo è finito lì, nella ripresa non ha più giocato e nel finale ha ricevuto la ferale notizia da Reggio Calabria. E giù fischi, in verità meritati: non tanto per la stagione (andata comunque nel rispetto dei programmi della nuova proprietà), quanto per l’epilogo. Comunque fosse finita, per il bresciano Corini sarebbe stata una mezza gioia con una mezza delusione: così è una sconfitta per l’allenatore, e una piccola soddisfazione per l’uomo. Ma proprio piccola. Perché il tifo non è un sentimento che gli appartiene, mentre il Palermo i playoff non li avrebbe proprio meritati, sia per questo secondo tempo (che il tecnico ha cercato invano di raddrizzare con i cambi dal 22’), sia perché nelle ultime 15 partite ha vinto solo 2 volte.