Gazzetta dello Sport: “De Boer ha 6 giorni per trovare l’Inter: indispensabili 4 mosse urgenti per non fallire pure col Palermo”

Calma e sangue freddo, predicano ad Appiano. Ieri sono saliti in Pinetina il d.s. Ausilio, il c.f.a. Gardini e il vicepresidente Zanetti. Scudo totale, massima fiducia a De Boer, magari anche qualche consiglio, in particolare l’invito a non snaturarsi, perché l’Inter crede nella filosofia dell’ex tecnico dell’Ajax e si aspetta una pronta reazione già domenica prossima. D’altronde, non ha senso in generale sparare sul nuovo «pianista». Frank de Boer è all’Inter dal 9 agosto: di fatto, sul campo, ha lavorato meno di dieci giorni con la squadra al completo, e prima del Chievo aveva avuto a disposizione un solo rodaggio da 90’, in terra di Irlanda contro il Celtic. Insomma, tempi assolutamente insufficienti per poter sperare di lasciare il segno, anche in minima parte, su una squadra oltretutto reduce da un’estate caotica, all’insegna di un deleterio tiramolla fra l’ex tecnico Mancini e la società, con divorzio maturato appunto a un passo dall’inizio del campionato e quindi non senza inevitabili ripercussioni psicologiche. Non solo, la prima giornata di campionato e le precedenti amichevoli con Psg, Bayern e Tottenham hanno evidenziato una condizione fisica imbarazzante, in un certo senso inaccettabile a fine agosto. E Handanovic, a Verona, ha messo in rilievo proprio questo problema, puntando il dito soprattutto sulla tournée americana. ESTATE COMPLICATA L’Inter si era radunata lunedì 4 luglio senza i nazionali reduci dall’Europeo. Mercoledì 6 la partenza per Riscone (unico neo acquisto Ansaldi) dove è rimasta fino a venerdì 15. In Val Pusteria sono arrivati Erkin e Miranda, quest’ultimo subito fuori col Brasile in Coppa Frank De Boer, 46 anni, allenatore olandese dell’Inter. Prima di arrivare a Milano, ha allenato sei stagioni l’Ajax: da dicembre 2010 al maggio scorso. A destra l’attaccante Mauro Icardi, 23 anni AFP America. Domenica 17 la squadra raggiungeva gli Usa: tappe a Portland, Salt Lake City, Eugene, New York e Charlotte, figuracce con Psg e Bayern, quindi ritorno a Milano il 31 luglio. Atterrati alla Malpensa la mattina del 1° agosto, Mancini concedeva ai giocatori due giorni completi di riposo. Nel frattempo, a Riscone si erano radunati con la Primavera i nazionali: Banega, Murillo, Medel, Brozovic, Perisic ed Eder, seguiti per qualche giorno da Gregucci, fresco vice di Mancini. Giovedì 4 agosto la ripresa degli allenamenti al pomeriggio, prima volta con la squadra al completo (anche Candreva). Una sgambata e poi via per Oslo dove venerdì 5 l’Inter perde 6­1 contro il Tottenham. Il weekend che segue è quello della chiusura del rapporto di lavoro con Mancini. L’era De Boer inizia dunque ufficialmente martedì 9 agosto: presentazione alla mattina, allenamento nel pomeriggio e partenza per Ancona dove però non si farà né la rifinitura a Jesi né la partita contro il Borussia per colpa del maltempo. Rientro a Milano nella notte del 10, ripartenza per Limerick venerdì 12: ventiquattro ore dopo amichevole in Irlanda contro il Celtic; domenica 14 defaticante e amichevole contro la Primavera, quindi liberi tutti fino alla mattina del 16 (doppio allenamento). In pratica, quella appena conclusa è stata la prima settimana con un regolare ritmo di lavoro. Percorso decisamente tormentato dunque, serbatoio delle energie mai riempito, il tutto accompagnato fin da inzio luglio dal «mal di pancia» di Roberto Mancini. LE 4 MOSSE DA FARE SUBITO Sono evidenti e sacrosanti gli alibi a disposizione di Frank de Boer, che comunque non va considerato totalmente in­nocente a Verona: quella difesa a tre improvvisata all’ultimo momento era sicuramente un modo per cercare di «proteggere» un gruppo sballottato psicologicamente e con poche energie, ma a conti fatti ha finito per mandare in tilt i molti giocatori fuori ruolo. Ieri, l’olandese ha avuto un lungo faccia a faccia con i suoi ragazzi, ha voluto verificare la compattezza dello spogliatoio nei confronti dei nuovi metodi di lavoro e ha poi analizzato a video la partita del Bentegodi. La squadra è con lui, urge comunque a prescindere una svolta concreta già contro il Palermo, anche solo per arginare l’inquietudine crescente del popolo nerazzurro, che in gran parte ha già iniziato ad agitarsi sul web. 1) De Boer deve prima di tutto intervenire a livello fisico e mentale: problemi che vanno risolti piuttosto velocemente e in maniera energica se non si vuole perdere subito contatto con il treno Champions. Troppi passi falsi influiscono infatti negativamente anche sulle teste dei giocatori, che iniziano in più casi a limitarsi al compitino, a rischiare poco, a rifiutare le responsabilità più banali, cosa inaccettabile in una grande storica del nostro calcio. 2) In questo senso De Boer deve aiutare i suoi attraverso le certezze tattiche. Avanti dunque con il 4­3­3 o il 4­2­3­1, i sistemi più adatti alla rosa nerazzurra, e niente esperimenti o variazioni anche in assenza della migliore condizione atletica. Il tecnico olandese ha in testa un’Inter che faccia la gara e che sappia imporre il proprio ritmo per gran parte dei 90’? Bene, allora meccanismi e giocate vanno mandati a memoria il prima possibile perché, come abbiamo già evidenziato, le dirette avversarie hanno una gran voglia di scappare. 3) Vanno poi individuati i cosiddetti insostituibili. Uno di questi è sicuramente Icardi, un altro è Perisic: i due, là davanti, sanno fare la differenza a qualsiasi livello, sono potenziali fuoriclasse. Senza trascurare come salga immediatamente la prestazione di Banega con il croato accanto, in appoggio. E l’argentino è uno di quei giocatori che hanno davvero in repertorio la giocata «diversa»: sarebbe dunque tafazziano non metterlo nelle migliori condizioni per esprimersi. 4) In aiuto di De Boer deve comunque arrivare il mercato: necessario un altro centrocampista di gamba (Joao Mario), e magari anche un centrale difensivo mancino, cosa possibile una volta piazzato il turco Erkin. In generale, l’Inter è comunque già una squadra forte, completa, all’altezza almeno di Napoli e Roma, ed è questo che deve lasciare tranquilli tecnico e tifosi“. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio