Gazzetta dello Sport: “Dal petrolio al pallone, il piano del principe: calcio e spettacolo per dare un futuro all’Arabia Saudita”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul piano del principe Mohammed bin Salman.

L’Arabia calamita. Non bastavano Ronaldo, Benzema, Kanté, Koulibaly, Ruben Neves, Brozovic e svariati altri. I sauditi stanno per prendersi Sergej Milinkovic-Savic. L’Arabia Saudita piglia tutti, investe vagonate di milioni per importare campioni nel proprio campionato, la Saudi Professional League. Perché lo fanno? Chi e che cosa c’è dietro?

Il vero sovrano Mohammed bin Salman, 37 anni, quasi 38, per brevità chiamato Mbs, è il principe ereditario dell’Arabia Saudita, primo in linea di successione dell’attuale re, suo padre, l’anziano bin Abdulaziz. Bin Salman di fatto governa il Paese come primo ministro ed è a capo di Pif, il fondo sovrano dell’Arabia con disponibilità quasi illimitate, difficile quantificarle: c’è chi parla di 430 miliardi di euro, altre fonti si spingono fino a 500. Pif controlla quattro squadre del campionato, l’Al Nassr, l’Al Ittihad, l’Al Hilal e l’Al Ahli, in pratica il campionato è statalizzato e ha una regia unica. Il principe, laureato in legge, è descritto come un uomo di potere, forte e risoluto, e con qualche scheletro nell’armadio.

Per esempio il cadavere di Jamal Khashoggi, giornalista arabo dissidente, torturato e assassinato nel consolato saudita di Istanbul, ottobre 2018. Secondo indagini di intelligence statunitensi, bin Salman va considerato il mandante dell’omicidio, ma sia Trump sia Biden, gli ultimi due presidenti degli Usa, hanno sorvolato nel nome della geopolitica e degli affari. Bin Salman è a capo di un Paese che non brilla per diritti umani: secondo Amnesty International, nel 2022 in Arabia sono state eseguite 196 condanne a morte. L’omosessualità è perseguita. Il dissenso non è ammesso, basta un tweet di critica o protesta per essere arrestati. Qualche notevole passo in avanti bin Salman lo ha fatto sulla condizione femminile. Oggi le donne arabe possono guidare le automobili, a Riad molti locali hanno abbattuto le pareti divisorie per genere e il lavoro femminile è cresciuto, da 100mila lavoratrici del 2011 si è passati alle 670mila del 2022. L’Arabia non ha una costituzione vera e propria; il Corano, testo sacro dell’Islam, e la Sunna, il codice di comportamento, ne fanno le veci. Lo tengano presente i calciatori in viaggio verso Riad e dintorni: vivranno in contesti chiusi e riservati, e impareranno che certi comportamenti troppo disinvolti non sono tollerati, neppure sui social. Da giorni Georgina Rodriguez posta sue foto al mare in costumi da bagno striminziti e i follower arabi non hanno gradito, sulla compagna di Cristiano Ronaldo si sono rovesciate accuse di indecenza.

Vision 2030 L’Arabia ha bisogno di ripulirsi agli occhi del mondo libero e di diversificare. Gli enormi proventi dalla vendita del petrolio non saranno eterni, le previsioni parlano di un netto calo della produzione intorno al 2040, complice la transizione energetica. Così è nato Vision 2030, un piano economico a tutto tondo per proiettare l’Arabia nel futuro. Una parte di Vision 2030 è dedicata all’entertainment , l’industria dell’intrattenimento. Entro il 2030 dovrebbe essere conclusa una gigantesca cittadella del turismo, del divertimento e dello sport a Qiddiya, a 40 chilometri dalla capitale Riad. Il Paese si è aperto a spettacoli impensabili fino a pochi anni fa, per esempio il wrestling , inclusa la versione femminile, e i concerti di musica pop. Ho ottenuto un gran premio di Formula 1 e lavora per la costruzione di un circuito fisso a Qiddya. Pif, il fondo, con due miliardi di dollari ha creato e finanziato LIV, una nuova lega di golf, in competizione con Pga. E poi il calcio, i 200 milioni a stagione per Cristiano Ronaldo all’Al Nassr e tutti gli altri. L’uso dello sport per lavare le macchie e rendersi presentabili, in inglese sportwashing . Sullo sfondo l’organizzazione di un Mondiale di calcio: e se non sarà la Coppa del 2030, si tenterà con l’edizione del 2034. Per festeggiare la vittoria dell’Arabia sull’Argentina nella prima giornata di Qatar ’22, bin Salman aveva regalato a ognuno dei 26 convocati una Rolls-Royce Phantom, del valore di circa 500mila euro, e aveva proclamato una giornata di festa nazionale.

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Redazione Ilovepalermocalcio