Gazzetta dello Sport: “Dal muro Juve al «suo» Belotti, ecco come sarà l’Italia di Ventura…”

“Giampiero Ventura è uomo di buon senso – una delle qualità che hanno convinto Tavecchio a sceglierlo – e non si rinnegherà tanto più al momento del suo ingresso effettivo in Nazionale. Anche dal punto di vista più strettamente calcistico, e dunque tattico. È facile prevedere che, almeno inizialmente, il nuovo c.t. sceglierà la via della continuità rispetto a Conte. Non gli sarà ne anche così difficile. I loro incroci (a distanza e no) di carriera, fra Toscana (Pisa e Arezzo) e Bari, sono stati sul filo dello stesso 4­2­4: l’idea che ognuno ha poi modellato secondo i propri principi e che probabilmente, per entrambi, resterebbe in teoria il dogma ideale. La frontiera che meglio sintetizza la loro filosofia calcistica: a partire dall’attacco con (almeno) quattro uomini. E lo scollinamento verso il 3­5­2 che Conte ha scelto come sistema­base, molto volubile, e che è stato lo spartito del miglior Toro di Ventura, è nato fondamentalmente dallo stesso approccio: scegliere il vestito meglio adattabile agli uomini che avrebbero dovuto indossarlo. LA CONTINUITÀ Ma si può pensare che la continuità di Ventura non sarà solo tattica: piuttosto, proprio anche di uomini. Non lo vediamo disegnare un’epurazione di massa: a cominciare dalla difesa, e non perché i «senatori» juventini sono stati fra i primi a esprimere a Tavecchio il loro gradimento per il c.t. «in pectore». Contando sul suo verificato diploma di maestro di calcio, il progetto sposato dalla federazione è di far nascere una Nazionale che sia un giusto mix fra l’attuale nucleo forte e giovani il cui innesto è già iniziato. Le riserve pre­Europeo Rugani, Zappacosta e Benassi (due su tre allenati da Ventura) «sono nazionali del futuro», ha confermato Conte l’altro ieri sera congedandoli. E non più tardi di due settimane fa, pur non potendo ancora parlare da c.t., Ventura era stato comunque futurista: «Serve il coraggio di far giocare i giovani: ci sono più talenti di quanto si pensi, in grado di creare lo zoccolo duro della Nazionale». BELOTTI E BERARDI Tradotto in nomi: con lui, a parte i tre citati e Bernardeschi che è già fra i 23 di Conte, entreranno gradualmente i vari Donnarumma, Romagnoli, Cataldi, Baselli, forse Masina. Discorso a parte meritano Belotti e Berardi. Del centravanti del suo ultimo Toro, per mesi Ventura ha parlato come di un predestinato. Frasi che adesso fanno quasi sorridere: «Se non arriverà in Nazionale sarà un mio fallimento». Quanto all’attaccante del Sassuolo, può incarnare una di quelle sfide che piacciono al nuovo c.t.: «costruirgli» una testa all’altezza delle qualità calcistiche. Poi come utilizzarlo non sarebbe un problema: seconda punta in un 3­5­2, ma anche attaccante esterno di un 4­-2-­4…”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.