Come riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport, l’operazione “Taken Down” rappresenta una delle indagini più vaste e penetranti mai condotte in Europa contro la pirateria audiovisiva. Coordinata dalla Procura di Catania e con la partecipazione di 270 agenti della Polizia Postale, ha coinvolto 15 regioni italiane e 7 paesi esteri, tra cui Regno Unito, Olanda e Cina.
L’inchiesta ha rivelato un giro d’affari di 3 miliardi di euro l’anno e un danno stimato di 10 miliardi alle pay-tv, con 22 milioni di utenti coinvolti in Europa. L’organizzazione criminale, strutturata in modo verticistico, gestiva 2.500 canali illegali attraverso 9 server sparsi nel mondo. Sequestrati contanti per oltre 40.000 euro e 1,65 milioni di euro in criptovalute.
Un danno al sistema calcio
L’operazione ha riflessi diretti sul sistema calcio in Italia, gravemente danneggiato dal fenomeno della pirateria. Andrea Abodi, ministro per lo Sport, sottolinea la necessità di perseguire anche i fruitori del servizio illegale per dare un segnale forte. Luigi De Siervo, ad della Lega Serie A, definisce l’indagine un passo cruciale: «Stiamo combattendo una battaglia tra guardie e ladri, e ora i singoli utenti rischiano sanzioni».
Anche Sky Italia e DAZN, tra le principali vittime del fenomeno, plaudono all’operazione, evidenziando i rischi per i consumatori, come il furto di dati personali e bancari.
Un primo passo nella lotta alla pirateria
Secondo Paolo Scaroni, presidente del Milan, «questa indagine è solo il primo passo. La nostra legge contro la pirateria è la migliore d’Europa, ma ora va applicata con rigore». L’operazione “Taken Down” segna un punto di svolta nella lotta contro un fenomeno definito «ciclopico e gigantesco», che danneggia l’industria audiovisiva e migliaia di posti di lavoro.
Grazie alla collaborazione tra le autorità italiane ed estere, questa operazione dimostra che la pirateria non è più un crimine invisibile: chi la pratica, a tutti i livelli, lascia tracce che possono portare a sanzioni e azioni legali.