“«Per vincere non basta giocare solo bene. Bisogna metterci il cuore, io l’ho vissuta sempre così. E sei hai un bel gruppo e la qualità, sarà tutto più facile». Diego Lopez e un mantra che lo accompagna fin dalle prime uscite in panchina con la Primavera del Cagliari. «Un ricordo? Il 50 rifilato alla Juventus». Grande intesa con Massimo Cellino e il gruppo storico, maestro nelle mediazioni da spogliatoio, l’uruguagio è pronto per una ripartenza di pregio al Palermo. L’accordo con il presidente Zamparini è questione di ore. «Grazie, ma non so ancora nulla” la replica su Whatsapp da Milano. Lopez è galantuomo. Da sempre, tiene piedi per terra e bocca sigillata. A VITA…. Eletta la residenza cagliaritana come tana esistenziale fin dal ritiro – dopo 12 anni in rossoblù, con 344 gare e 8 gol –, Lopez è hombre vertical. Poco ciarliero, carattere forte, flemma ben allenata. Partito Suazo all’Inter nel 2007, diventa capitano ed entra nella storia dei Quattro mori: il club l’ha inserito nella Hall of Fame. Dopo l’addio al calcio giocato («Sì, ho avuto la tentazione di tornare in Uruguay, al Penarol») il corso a Coverciano. Dal centrale con una leadership naturale che non necessitava di sottolineature anche nei momenti più delicati, Cellino il 2 ottobre 2012 pesca il nocchiero che salva la squadra con sei turni d’anticipo. Nello staff, anche altri due ex, Ivo Pulga e Pierluigi Corellas. L’anno dopo si riparte. Lopez ha il patentino. E una sua idea di calcio: propositivo, veloce, con incursioni senza palla. Sau, Cossu ma pure Jeda e Fini sono le icone tecniche. Con la generosità di Abejion e Conti in regia, il Cagliari ha il 4312 di fabbrica. Lanciato da Allegri nel 2010, con l’uruguaiano direttore d’orchestra arretrato, il modulo è giusto. Ma Cellino è incontentabile: esonera Lopez il 7 aprile 2014. Ironia della sorte, richiama Pulga. La rescissione è il passo successivo. IN EMILIA Classe ’74, nella rosa dell’Uruguay (32 gare e un gol) che ha vinto la Copa América nel 1995, Lopez si accorda con il Bologna, in B. E semina bene: «Iniziammo senza una lira, questo era il problema». Al Dall’Ara la “fiesta” si complica. «L’esonero non me l’aspettavo, e neanche l’ambiente. Avevamo vinto contro il Catania.. Fino a dicembre eravamo secondi, con un bel gioco. Dopo il mercato invernale, e l’arrivo di nuovi giocatori, sono cambiati gli equilibri. Poi – ha detto il tecnico di Montevideo – con l’addio di Fusco, il d.s.che mi volle a Bologna, tutto è precipitato». Rientrato a Cagliari, si gode la famiglia: «Per me e per mia moglie va bene così. Seguo i miei tre figli che giocano nel Cagliari». Nel tempo libero, il calcetto all’Amsicora con Conti. Arrivano varie chiamate da società di B e club stranieri. Tra gli altri, telefona Cellino. Al Leeds bazzica pure l’ex d.s. del Cagliari, Marroccu. Lopez vola in Inghilterra ma non se ne farà nulla. Ora il volo per Palermo.”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.