Gazzetta dello Sport, crac Livingston: “Ferrero patteggia un anno e dieci mesi. Adesso decade da presidente della Samp? – I dettagli”

“Massimo Ferrero ha patteggiato una condanna di un anno e 10 mesi per il crac della compagnia aerea Livingston, fallita nel 2010 e appartenente all’epoca alla Fg Holding presieduta dallo stesso Ferrero. Ieri il Gup di Busto Arsizio ha accolto l’istanza e ora il numero 1 della Sampdoria, che dovrà risarcire il ministero dello Sviluppo economico per circa 800mila euro, rischia di decadere dalla carica di presidente blucerchiato. L’articolo 22 bis delle Noif (le norme federali), quello sull’onorabilità, non pare lasciare adito a dubbi: «Non possono assumere la carica di dirigente di società o di associazione, e se già in carica decadono, coloro che siano stati o vengano condannati con sentenza passata in giudicato a pene detentive superiori a un anno, per i delitti previsti dalle seguenti leggi». E nell’elenco figura la disciplina «del fallimento, del concordato preventivo, dell’amministrazione controllata», entro cui ricade il reato di bancarotta fraudolenta per il quale è stato condannato, con patteggiamento, Ferrero. PROCEDURA La decadenza, tuttavia, non è scontata. Funziona così: qualora intervenga una situazione di incompatibilità, il dirigente interessato è tenuto «a darne immediata comunicazione» alla Lega e alla Figc; a quel punto, gli uffici federali fanno le verifiche del caso e la decadenza si materializza automaticamente, senza la necessità di un provvedimento ad hoc. Se invece il tesserato non dovesse comunicare alcunché, la Figc potrebbe muoversi autonomamente sulla base degli atti noti disponendo non solo la decadenza ma anche il deferimento. Questa è la teoria. Nella pratica, la vicenda Ferrero è ormai di dominio pubblico, quindi le strade sono due: o Ferrero stesso comunica a Figc e Lega l’avvenuta condanna per patteggiamento, o la Figc interviene d’ufficio. REAZIONI Il presidente della Samp potrebbe anche sostenere di non ricadere nella fattispecie dell’articolo 22 bis. Ed è quello trapela dalla società blucerchiata, oltre che dalle parole pronunciate dopo la sentenza dal suo avvocato Luca Ponti: «Non sono state erogate pene accessorie né vi sono impedimenti di alcun tipo allo svolgimento delle sue attività imprenditoriali. La richiesta di patteggiamento è stata favorevolmente accolta dal tribunale di Busto Arsizio, che ha ritenuto prevalenti le attenuanti generiche a dimostrazione del fatto che Ferrero ha avuto un ruolo assolutamente marginale nell’operazione Livigston, tant’è che risulta a suo carico la pena minore fra tutti i patteggiamenti e l’unico, appunto, con le attenuanti generiche prevalenti. Anche le conseguenze civili sono state definite con reciproca soddisfazione con l’autorizzazione del ministero». Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.