Gazzetta dello Sport: “Crac Gable, Samp, Bari e altri 20 club hanno paura. I doriani: «Noi siamo parte lesa»”

Oggi si chiama Gable. Ieri Nadejda o Pannonia. Ma che richiamino il fascino del grande schermo o le paludi della regione tra il Danubio o la Sava, l’oggetto in questione non cambia: società assicurative con sede estera, spesso in paradisi fiscali, che da un anno a questa parte per volontà dell’Antitrust, che la Figc ha provato a contrastare, possono garantire con una fideiussione l’iscrizione al campionato (e non solo) di un club calcistico italiano. Per il sistema valgono quanto una garanzia bancaria, ma ai club costano molto meno, anche in termini di garanzie. Logico che dal 2015 ad oggi il ricorso alle società assicurative sia proliferato. «Ne abbiamo contate almeno una ventina», racconta una fonte federale. Qualcuna dal profilo molto più inquietante della Gable, oltretutto. I CASI Quest’estate l’ungherese Nadejda e la bulgara Pannonia, probabilmente contattate dallo stesso broker italiano, avevano garantito con le proprie polizze l’iscrizione di Pisa (in B), Siena, Lucchese e Paganese (Lega Pro). Stoppate dalla Covisoc perché, tra le altre criticità, non era chiaro se le due società avessero effettivamente la certificazione dell’Ivass, l’ente di vigilanza. Ora le gravi difficoltà finanziarie della Gable holding, società quotata a Londra, con sede alle Cayman e uffici a Vaduz (Liechtenstein), rischiano di mettere nei guai seri una società di A (la Samp), almeno una di B (il Bari) e una ventina di Lega Pro, tra cui le blasonate Mantova, Modena, Reggina e Venezia, che hanno bussato alla Gable, ognuna per ottenere la fideiussione da 350mila euro necessaria all’iscrizione. IN BILICO Diverso, e ben più pesante, sarebbe il caso della Sampdoria, come ha raccontato L’Espresso. Il club di Massimo Ferrero minimizza e fa sapere comunque di «essere parte lesa», ma si è rivolto alla Gable, ora sull’orlo del fallimento, per ottenere una garanzia sui debiti del calciomercato, che ammontano a circa 12 milioni di euro. C’è una bella differenza, anche sulla «qualità» dei debiti: la fideiussione sull’iscrizione al campionato è sui debiti che nel caso si faranno (facile nel panorama spesso desolante della vecchia Serie C), quella della Sampdoria è su debiti già fatti, che vanno comunque garantiti, dalla Gable o qualcun altro. Ma se la holding quotata alla City fallisce, chi altri, possibilmente più affidabile, garantirà per quella cifra un club che non naviga in acque calmissime? Trovare una fideiussione alternativa, e in tempi piuttosto brevi, sarà il problema che, nel caso, avranno tutti coloro che si sono rivolti alla Gable. Per questo la Procura federale ha già drizzato le antenne. Quest’estate, per iscriversi senza ulteriori guai (e penalizzazioni) il Pisa si è rivolto al Monte dei Paschi, salvo poi rischiare di finire gambe all’aria per altri problemi. AI RIPARI La possibilità di presentare una fideiussione bancaria a garanzia dei propri debiti era l’unica contemplata dalla Figc fino a un anno fa. Poi la federcalcio è stata richiamata dall’Antitrust, che a tutela della libera concorrenza ha imposto l’allargamento a tutte le fideiussioni assicurative, purché certificate dall’Ivass. Un paletto, come abbiamo visto, troppo basso per fare una selezione seria. Ora Tavecchio fa sapere che tornerà alla carica per ripristinare le vecchie regole o, almeno, tollerare solo le società con un certo rating, ad esempio quelle con tripla A. Glielo consentiranno? Ne va della stabilità e serietà del nostro calcio“. Questo quanto racconta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio