“Ha già lasciato il segno. Ha preso una squadra in difficoltà e l’ha riportata a muovere la classifica, ha riacceso l’entusiasmo di un gruppo e di una tifoseria che lo vede ancora come una bandiera e ha rigenerato alcuni giocatori. Le tracce di Eugenio Corini sul Palermo sono tangibili: 4 gare nelle quali è stato certificato il risveglio nel gioco, 4 punti nelle ultime 2 partite e il ritorno del pubblico al Barbera, grazie anche alla diminuzione dei prezzi dei biglietti voluta dalla società, come non si vedeva da mesi. E’ come se il nuovo tecnico avesse atteso il suo appuntamento col destino e con la storia di una parte della sua vita da calciatore. Lui, in cuor suo, voleva il Palermo e il non concretizzarsi degli interessamenti di altre squadre nell’ultimo anno e mezzo è come se avesse spianato la strada del ritorno. «Per me è stato un anno di studio, c’è sempre da migliorarsi dal punto di vista della professione, capire le squadre, i giocatori e farsi trovare pronto a un’eventuale chiamata – dice al sito ufficiale del Palermo . Questa chiamata è arrivata da una società che amo profondamente con cui ho avuto la fortuna di giocare 4 stagioni. Sono venuto consapevole delle difficoltà che avrei trovato, ma con grande voglia di raggiungere l’obiettivo. Sarà difficile, ma abbiamo tutte le caratteristiche per raggiungerlo. Questo è lo spirito che contraddistingue me, i collaboratori e la squadra, credere in qualcosa di complicato, ma realizzabile». STIMOLATI La chiamata di Zamparini lo ha inorgoglito. «E stata una grande emozione, a prescindere da tutto, per me Palermo rappresenta qualcosa di straordinario e poi ho pensato da allenatore cosa avrei potuto fare per migliorare la situazione e le difficoltà che la squadra stava vivendo – continua . Penso che ci sia sempre una parte importante che una persona deve avere dentro di sé di reagire a delle difficoltà, deve venire da dentro e i miei ragazzi ce l’hanno, li ho stimolati e continuerò a farlo perché tutti hanno caratteristiche importanti». CHE BARBERA La risposta di una tifoseria amareggiata al suo arrivo si è concretizzata in due partite casalinghe seguite da 20mila spettatori. C’è il rammarico di avere toppato la gara col Chievo, quella del suo debutto in casa, così come di non avere portato in porto il successo col Pescara. Corini si tiene stretto l’affetto ritrovato con i fans, un’arma in più nella lotta per non retrocedere per una squadra che finora non ha ancora vinto in casa. «Dicevo spesso da calciatore, di immaginare di partire dall’10, perché la spinta che dava il pubblico era eccezionale. L’atto di fede e di amore dei tifosi che sono venuti a vedere la partita col Chievo è stato straordinario, purtroppo lì abbiamo sofferto tutti insieme una giornata che è poi diventata negativa. Spero che a ogni partita successiva ci sia uno spettatore in più, questo sta accadendo e deve essere per noi uno spirito fondamentale, perché grazie all’aiuto dei tifosi possiamo raggiungere il nostro obiettivo». ATTENTO EMPOLI A Babbo Natale ha chiesto un solo regalo, e se verrà esaudito si scoprirà solo a fine campionato. «Il regalo che vorrei è quello di festeggiare che il Palermo rimanga in una categoria che ha conquistato tanti anni fa, che ha meritato, che città ei tifosi meritano». Per realizzarlo servirà una gran prova il 7 gennaio a Empoli nello scontro diretto in chiave salvezza. «Sarà uno scontro diretto e di conseguenza sarà molto importante, come lo saranno tutte le prossime partite – conclude . Gli scontri diretti hanno un valore in più. Sappiamo che sono una buona squadra, che gioca un buon calcio in casa loro, ma andremo là con il giusto atteggiamento e con la voglia di fare punti»”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.