Non è, non può essere la risposta italiana al mare di denaro che fa felice, e ricchissimo, il calcio inglese. Quella dovrebbe fornirla la Lega di Serie A, da qualche tempo più impegnata più ad assoldare avvocati. Questa della Figc è soltanto una goccia, ma fornisce una prima soluzione all’atavica arretratezza dei nostri stadi. Vecchi e inospitali, a parte qualche eccezione. E sempre più deserti. Mediamente, ormai, sono mezzi vuoti, o mezzi pieni, è lo stesso. Impietoso, su questo fronte, il confronto con gli impianti inglesi, dove la percentuale di riempimento sfiora il 94%. Un problema di cui tutti si riempiono la bocca, senza provare a risolverlo. Anzi, per molti è diventato un alibi. «L’Italia è in grave ritardo rispetto al resto dell’Europa a causa di strategie miopi di tutte le parti coinvolte — spiega il d.g. della Figc Michele Uva —. Così la federcalcio svolge un ruolo di forte stimolo per l’intero sistema calcio». Già, la convenzione firmata ieri con il Credito Sportivo, infatti, mette a disposizione di club, Comuni o altri soggetti privati proprietari o concessionari degli impianti, finanziamenti per 80 milioni di euro, con tassi di interesse agevolati (in alcuni casi abbattuti), destinati proprio alla riqualificazione degli impianti calcistici. Una piccola grande svolta, sostenuta fortemente dalla Presidenza del Consiglio. A CHI È RIVOLTA Si tratta di un intervento a 360 gradi, che spazia dai centri per giovani promesse agli stadi della Serie A. Una piccola quota, dieci milioni, è riservata alla ristrutturazione dei centri sportivi Figc, gli altri 70 saranno accessibili a tutti. Qualche club si è già mosso, tra i più attivi l’Atalanta di Percassi, che tra non molto potrebbe rilevare lo stadio Azzurri d’Italia dal Comune di Bergamo. Anche a Napoli si sono decisi a rifare il look al San Paolo: pista, palestre, seggiolini, impianti idraulici ed elettrici. Possibile grazie al Credito sportivo (che, tra l’altro, con un fondo separato può garantire fino al 60% delle operazioni in Convenzione). Ma l’accordo guarda più agli stadi medio-piccoli, «la crescita del sistema passa anche e soprattutto da lì», riconosce il presidente Carlo Tavecchio. Stamattina la Figc invierà una lettera con tutte le indicazioni alle società di A, B, Lega Pro, perfino a qualcuna dei Dilettanti, Parma, Piacenza e Taranto, ad esempio, tutte dotate di stadi con certa capienza. PER COSA SERVE La Convenzione prevede tre plafond diversi (oltre a quello per la Figc). Il primo è obbligatorio per accedere a quelli successivi: 25 milioni per il miglioramento della classificazione dello stadio secondo i parametri Uefa (esempio: aumento numero dei posti con seggiolini; miglioramento dei servizi igienici), il che doterà le Nazionali, soprattutto quelle giovanili, di stadi all’altezza. Questi mutui sono concessi a tasso zero, sino all’importo massimo di 500.000 euro. Venti milioni, invece, sono riservati a interventi di efficientamento energetico. Gli ultimi 25, per interventi cosiddetti «strutturali», faranno gola a tutti: costruzione, ampliamento, ristrutturazione, completamento e messa a norma degli impianti.