Gazzetta dello Sport: “Cina, così si destabilizza tutto il mercato. Ma per ora le star vogliono l’Europa”

“Un anno fa l’Inter aveva ottenuto il sì di Ezequiel Lavezzi proponendogli un triennale da 3 milioni netti a stagione: sembrava già un ingaggio importante. Invece arrivò il rilancio cinese con un biennale da oltre 15 milioni all’anno e tutto andò come sappiamo. In queste ore la storia si sta ripetendo in casa Juve. Marotta aveva in mano Witsel con un ingaggio da 4 milioni annui, il belga sta prendendo la via della seta per un’offerta quantomeno tripla. Allo stupore generale per queste follie orientali nei mesi scorsi, è seguita una sorta di assuefazione. Anche perché affare dopo affare le cifre sono cresciute in maniera esponenziale. Ormai, però, siamo di fronte ad un boom per molti versi pericoloso. SBALORDITIVE In estate avevano colpito i 15 milioni a Pellè, nei giorni scorsi ha fatto rumore il trasferimento di Oscar che guadagnerà 25 milioni, adesso lascia esterrefatti quello stipendio da 38 milioni netti all’anno per Carlitos Tevez. Sono cifre francamente sbalorditive. Se non proprio destabilizzanti. Se il mercato cinese risultasse una bolla speculativa, alla lunga, quali sarebbero le conseguenze per l’intero sistema?Sinora in Europa ci siamo appassionati alla rincorsa tra Messi e Cristiano Ronaldo, per ora attestati a quota 22 milioni netti, al culmine di una carriera da sogno. Ora per l’argentino si parla di un rinnovo a 30 milioni e appare un salto comunque pieno di insidie per la sostenibilità finanziaria del calcio nel Vecchio Continente. Eppure Barcellona e Real hanno ricavi che possono giustificare certi azzardi. Semmai le incognite possono nascere per chi non ha le spalle così larghe e pensasse di entrare in incredibili aste. IL BIVIO Guardando con razionalità al futuro è doveroso fare una distinzione. Se in Cina il calcio non decolla entro un decennio questi diventano salti nel buio senza conseguenze per il calcio europeo perché in breve tempo la vena aurea si esaurirebbe. Ma se i prossimi anni decreteranno il successo dell’operazione, allora, bisognerà rifare un bel po’ di conti in tema di globalizzazione. Sinora abbiamo abusato di questo termine perché, in realtà, lo spettacolo che conta è prodotto solo alle nostre latitudini. I Paesi emergenti spendono, ma restano in sostanza clienti e vassalli. L’ambizioso programma del presidente cinese Xi Jinping, invece, propone uno scenario inedito. Se il pallone diventa la passione principale del miliardo e passa di suoi connazionali, i contorni economici del calcio mondiale si allargherebbero a dismisura. Con benefici per tutti, anche per noi. Gli ultimi avvenimenti evidentemente determinano un’ulteriore psicosi: se ci portano via i migliori, a noi restano gli scarti? Su questo punto è presto per fare una disamina. La realtà è che le star preferiscono confrontarsi nei campionati che contano. Per ora le valigie le fanno le nostre seconde scelte. Immaginare il contrario, per ora, è azzardato. Lo stesso Witsel rappresentava un’opportunità a parametro zero, non era certo in cima alla lista dei desideri.”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.