Gazzetta dello Sport: “Chape, verità da brividi: «Ho finito il carburante»”

“Il day after è quello del dolore. E delle domande. La più pressante riguarda la causa dello schianto che nella notte tra lunedì e martedì a 57 km dall’aeroporto di Medellin ha spezzato il sogno della Chapecoense uccidendo 71 persone tra le quali 19 giocatori della squadra brasiliana diretta in Colombia per disputare la finale di andata della coppa Sudamericana contro il Nacional. L’ipotesi inquietante delle prime con il passare delle ore è diventata certezza: l’Avro Regional Jet 85 della compagnia boliviana Lamia è precipitato per aver terminato il carburante. Il «jumbolino», così viene chiamato negli ambienti dell’aviazione il piccolo aereo prodotto dalla British Aerospace, ha infatti un’autonomia di volo limitata, di circa 3 mila chilometri, più o meno la distanza che avrebbe dovuto percorrere dall’aeroporto di Santa Cruz de la Sierra al Cordova di Medellin. «È vero, l’aereo viaggiava al limite – ha spiegato un rappresentante della Lamia – ma erano previsti dispositivi per aumentare l’autonomia modificando il piano di volo. Le indagini diranno se si è verificato qualche errore». Il generale Gustavo Vargas, direttore di Lamia, ha spiegato al giornale colombiano El Tiempo che il piano di volo prevedeva uno scalo: «Da Santa Cruz de La Sierra l’aereo doveva andare a la Cobija, in Bolivia, e poi da Cobija a Medellín». La conferma, in attesa del responso delle due scatole nere, è arrivata da Ximena Suarez, l’assistente di volo sopravvissuta allo schianto: «Abbiamo terminato il carburante, l’aereo si è spento ed è precipitato a spirale». VOLO MODIFICATO? Parole che pesano come un macigno. Il pilota della Lamia, Miguel Alejandro Quiroga Murakami, che era anche il proprietario della compagnia avrebbe quindi modificato il piano di volo, fiducioso di arrivare comunque a destinazione. A pochi km da Medellin avrebbe chiesto di iniziare l‘atterraggio ma nonavrebbe avuto il via libera perché la precedenza è stata data a un’Airbus 320 della Viva Colombia proveniente da Panama, a sua volta in difficoltà per perdita di combustibile. SILENZIO A quel punto, come confermato da un audio diffuso dall’emittente radiofonica colombiana radioblu il pilota ha rivelato la situazione alla torredi controllo: «Ho un guasto elettrico e ho finito il carburante». È seguito un dialogo serrato tra un’addetta alla torre di controllo e il pilota che continuava a chiedere indicazioni su dove atterrare. Poi la comunicazione si è interrotta: erano gli attimi immediatamente precedenti la tragedia. RECUPERATI 40 CORPI Il recupero dei corpi, non agevole perché lo schianto è avvenuto in una zona montuosa, proseguono senza sosta. Sono state identificate oltre 40 delle 71 vittime. Per le altre serviranno altre 48 ore. Il rimpatrio delle salme dalla Colombia al Brasile dovrebbe avvenire venerdì o sabato, quando dovrebbe svolgersi un corteo dall’aeroporto fino all’Arena Condá. Lo stadio comunale da circa 23 mila posti che ospita le gare interne dei verdão sarà il luogo dove si terrà una veglia funebre. LUTTO Il calcio di tutto il mondo si è stretto attorno alla Chape. Minuti di silenzio osservati ieri nella partite di Coppa di Lega inglese, di Ligue 1, in Francia, e di Coppa del Re, in Spagna. Toccanti cerimonie a Medellin sul campo di quella che sarebbe stata l’avversaria. La Cfb, federcalcio verdeoro, ha rinviato al 7 dicembre la finale della Coppa nazionale fra Gremio e Atletico Mineiro, in programma domani. L’ultima giornata di campionato, prevista per domenica 4, sarà invece disputata l’11. E in quella occasione, contro l’Atletico Mineiro, giocherà anche la Chape. «Ce lo ha chiesto il presidente della Cfb, Marco Polo Del Nero – ha spiegato Ivan Tozzo, vice presidente del club diventato il numero uno dopo la scomparsa del presidente Sandro Pallaoro – io gli ho detto che ci sono rimasti solo 8 giocatori, ma lui ha chiesto di far giocare i ragazzi del settore giovanile. Dobbiamo fare una festa, per Chapecó, per lo stato di Santa Catarina e per tutto il Brasile».” Questo è quanto si legge nell’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.