Gazzetta dello Sport: “Champions League, Vazquez: «La Juve è il top, ma il Siviglia può fare male». L’ex Palermo ritrova l’amico Dybala: «Quanti sfottò fra noi…»”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” ha realizzato una lunga intervista a Franco Vazquez in vista al match di Champions tra il suo Siviglia e la Juventus dell’ex compagno Paulo Dybala. Ecco le sue parole: “Più che «Mudo», Franco è timido. Molto. Forse anche per questo sorride tanto. E ha modi gentili come i suoi piedi passati da Palermo a Siviglia. Lasciata l’Italia e il suo calcio tattico per ritrovare un pezzo d’Argentina edificata su mattoni tenuti insieme dalla pasta del calcio offensivo. Abituato ad adattarsi e a vivere su due mondi, cresciuto da una madre padovana e un padre argentino, il «Mudo» in silenzio osserva, lavora e prova a far star bene la gente col suo calcio. A 27 anni e mezzo domani debutta in Europa, e lo fa in Champions League, in Italia, a Torino. A casa dell’amico Dybala e del feroce Higuain. «Sono venuto per questo… Però è certo che il sorteggio ha aggiunto parecchia ciccia al mio “asado” europeo». Da dove cominciamo? «Dalla Juventus no? È presto per dire se sono favoriti per la vittoria in Champions, però sicuramente hanno fatto un mercato con quell’obiettivo e vorranno partire forte per mandare un segnale agli avversari. Li vedo lì a lottare per arrivare a Cardiff con Real, Barça e Psg». E il Bayern? «Chiaro, me l’ero dimenticato». Nelle prime 4 partite avete preso 3 gol di media. Poi siete migliorati ma dietro concedete ancora tanto, siete una squadra piena di spifferi. Preoccupato? «No. È chiaro che sarà una partita difficile. I compagni parlano parecchio delle due sfide dell’anno scorso, soprattutto di quella di Torino: ricordano le grandi difficoltà che incontrarono, non riuscivano a uscire dall’area. Sanno che la Juve era un rivale complesso l’anno scorso e ora lo è ancora di più. Però siamo convinti di poter far male e l’idea è quella di tornare a casa con dei punti». Lottate per il secondo posto nel girone? «No, andiamo “partido a partido” come dice sempre Simeone. I tifosi sono contenti ma in qualche modo anche “stanchi” dell’Europa League, vogliono di più e hanno ragione. Proveremo in ogni modo ad accontentarli». Anche Jorge Sampaoli debutta in Champions. È dura mettere in pratica ciò che vi chiede? «La sua idea è quella di andare sempre avanti, attaccare, attaccare. Il suo messaggio è complesso da realizzare sul campo, ci vuole grande fiducia nei compagni ma se funziona la sua è un’idea di gioco meravigliosa e uno si diverte. Vale la pena provarci e rischiare». Però v’infilano con una certa facilità. «È dall’inizio della stagione che stiamo cercando di migliorare l’aspetto difensivo. Sappiamo che dobbiamo avanzare ma non possiamo concedere tutti gli spazi che stiamo lasciando dietro, altrimenti le cose si complicano. La pressione nostra, dei trequartisti dico, è fondamentale. Ci stiamo lavorando. L’idea di Sampaoli è molto bella, attrattiva, però per farla fruttare c’è bisogno di grande solidarietà da parte di tutti. Poi Jorge è qui da poco: nuovi schemi, tanti nuovi giocatori e una squadra consolidata sullo stesso stile di gioco da diversi anni. E che stile: con Emery era tutto il contrario rispetto a Sampaoli. Dobbiamo abituarci al cambio di gioco, chi è appena arrivato così come chi era già qui. E ci sono tante lingue nuove, tante nazionalità: non è semplice ma stiamo migliorando. Anche per questo il test di Torino sarà interessante: ci dirà a che punto siamo». Torniamo in Italia. Ha sentito Dybala? «Certo. Ci siamo sfottuti e presi in giro al momento del sorteggio. Stasera, alla vigilia, di nuovo. È un piacere ritrovare un amico, anche se da avversario». Higuain e i suoi 90 milioni? «Sono giusti. È il miglior 9 al mondo, mi piace da morire». Meglio di Luis Suarez? «Non so, sono diversi. In comune hanno il fatto che segnano tantissimo. E chi segna costa caro». Il Pipita in Italia ha raggiunto una dimensione enorme. In Europa gli manca ancora qualcosa? «Sì, può essere. E magari proprio per questo ha lasciato il Napoli per andare in una squadra che punta forte sulla Champions. Diciamo che il discorso vale anche per la Juve: entrambi hanno bisogno della consacrazione europea». A Napoli non hanno gradito. «Non glielo perdoneranno mai. È come passare da Boca a River in Argentina. È successo e succede, ma non te lo perdonano». In Italia si gioca per il 2° posto? «Sì, la Juve ha un vantaggio enorme rispetto alle altre. Roma e Napoli mi piacciono, sono le due squadre che possono provare a dar fastidio, ma la differenza con i bianconeri è troppo grande. L’Inter ha fatto moltissimi cambi. È una grande squadra che dovrebbe sempre lottare per lo scudetto, ma così è complicato. E il Milan mi sembra peggio. Spero possano tornare al loro livello, sono club storici, è un peccato vederli così. E il loro ritorno in alto farebbe bene alla Serie A: così è abbastanza noiosa». E la nazionale? Ha debuttato con l’Italia però può ancora cambiare idea e giocare con l’Argentina. Come stanno le cose? «So che posso ancora scegliere e sto aspettando. Sono due maglie per me importantissime: ho la mamma italiana e sono nato in Argentina…». Ha detto in radio che vorrebbe giocare con la «Seleccion». «Diciamo che ho il cuore diviso. Aspettiamo che mi chiami qualcuno poi le dirò». Se cambia sua madre si arrabbierà… «No, lei vuole solo il mio bene. Se io sono felice, lo è anche lei. Però non mi ha chiamato nessuno, né Ventura né Bauza. Sono in lista d’attesa, e per due grandi maglie. Voglio dimostrare qua ciò che posso fare, poi vedremo»”.