“Ronaldo Ronaldo fortissimamente Ronaldo. Il Real Madrid – o meglio: il Real Cristiano fa l’impresa, un’epica remontada, ed entra un’altra volta tra le favolose quattro delle semifinali di Champions. Tripletta di CR7, ribaltato il Wolfsburg che all’andata aveva vinto per 20. L’Uefa deve aggiornare le statistiche: fino a ieri sera nella coppe europee soltanto il 17 per cento delle squadre battute per 20 all’andata – il 16,9 per la precisione – era riuscito a rovesciare il passivo e a passare al turno successivo. Con Cristiano Ronaldo però nulla è impossibile e Leo Messi farà bene a darsi una mossa perché oggi CR7 sembra, anzi è, in netto vantaggio nella corsa al Pallone d’Oro 2016. Si prega di memorizzare tale cifra: Ronaldo nell’attuale Champions ha segnato 16 gol in 10 partite. Avete letto bene, 16 in 10, rendimento mostruoso. E se si allarga lo spettro, il conto diventa impressionante, 46 gol in stagione, 30 in Liga più 16 in CL. Ma di che stiamo parlando? UNO PER TUTTI Parliamo della superiorità del fuoriclasse. Organizzazione, intensità, pressing, transizioni e diagonali: quando discutiamo di calcio, oggi ci riempiamo la bocca con paroloni degni dell’aula magna di Coverciano. Poi partite come quella di ieri sera al Bernabeu ridanno forza, valore e senso alla figura del giocatore extra, che da solo vede e provvede e basta alla squadra. Sì, ci assumiamo la responsabilità di sminuire il contributo dell’allenatore Zinedine Zidane alla storica rimontona madridista. Ha fatto tutto Ronaldo, con la grande collaborazione di Modric, altro fenomeno della notte madrilena. Palla a Cristiano lo schema principale e quando CR7, segnati i due gol della parità nel giro di 17 minuti, si è preso una legittima pausa di riflessione, il Real si è scoperto a tratti letargico, come gli capita spesso in questa annata, e ha concesso pure qualcosina ai tedeschi su palle inattive e palloni vaganti in area. Madrid a trazione «ronaldica», incapace di andare oltre la dipendenza da questo semidio calcistico che ha la sola sfortuna di vivere nello stesso tempo di Messi. Perché se non ci fosse Leo, il numero uno del calcio mondiale sarebbe lui, il gran portoghese. Prestazioni come quella di ieri sera rafforzano la legittimità della grande domanda: più forte uno o più forte l’altro? E’ giusto chiederselo, poi ciascuno risponda come crede. UNO PER TUTTI Il primo gol lo ha segnato sotto porta su cross «sporco» di Carvajal da destra. Il secondo di testa su corner di Kroos. Il terzo su punizione. Tutti i colori di Ronaldo nel giro di 90 minuti. Certo, va fatta un minimo di tara. Davanti al Real c’era una media squadra tedesca, che sta a meno 36 punti dal Bayern in Bundesliga. Ronaldo ieri sera l’ha resa mediocre. Non sappiamo se per scelta o perché costretto dalla gravità «ronaldesca», ma il Wolfsburg da subito si è messo sulla difensiva e da lì non si è schiodato mai, se non a sprazzi, con timide avanzate. Molto basso l’atteggiamento medio del recupero palla, a 29 metri: se al cospetto di Ronaldo ti rintani, è difficile che tu possa uscirne vivo. Viene da chiedersi come sia potuto succedere che all’andata il Wolfsburg abbia vinto per 20 ed è difficile darsi una risposta perché la differenza di valori tecnici tra le due squadre è abissale. Il Real conta su un parco giocatori da paura, ieri tra le riserve figuravano Isco, James Rodriguez e lo stesso Jesé, ormai qualcosa di più di un ragazzo promettente. Questa è la sua forza e il suo limite allo stesso tempo: ieri, per esempio, Bale si è visto poco e male. Ecco, se una squadra non fa rendere al top uno del livello del gallese, rischia di pagare contro avversari debordanti allo stesso modo per numero di campioni e però meglio organizzati. Contro il Wolfsburg Ronaldo da solo può bastare, contro il Bayern forse no”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.