Gazzetta dello Sport: “Champions League, andata quarti di finale: Psg-City, derby del deserto. Come spendono gli sceicchi, Al Thani ha investito 500 milioni di euro, Mansour è già oltre il miliardo”

“Il calcio è una scusa. Anche se «Parco dei Principi» è il nome ideale per uno stadio che stasera accoglie il derby del Golfo, delocalizzato nel cuore d’Europa. Un derby del deserto, tra due club risorti dal nulla con i milioni che sgorgano dalle riserve del gas, per il Psg dell’emiro del Qatar, e dai giacimenti di petrolio per il Manchester City, proprietà dello sceicco di Abu Dhabi. Gemelli diversi, e cugini alla lontana, alla resa dei conti nel progetto condiviso ma rivale di farsi un nome a livello internazionale, dominando lo sport più amato nel Vecchio Continente. E mai come stasera le stelle in campo, da Ibrahimovic a Aguero, da Thiago Silva a De Bruyne, appaiono solo come sfizi personali, giocattoli viventi di due giovani e ambiziosi regnanti di paesi lontani che usano il calcio per perseguire strategie di politica e di investimento all’estero. FONDI Che sia un derby lo attesta anche l’ora scarsa di volo che separa Doha da Abu Dhabi, il più ricco degli Emirati Arabi Uniti. Due stati fino a una decina di anni fa esotici e sconosciuti ai più, diventati ormai centri nevralgici dell’economia mondiale e pure frequentate mete turistiche. Il tutto grazie all’ingresso sfrontato nel mondo del pallone che lo sceicco Mansour, 45 anni, uomo d’affari e vicepremier, fece nel 2008 comprandosi il City per 250 milioni di euro. Tre anni dopo, l’allora sceicco Al Thani, a 35 anni ormai alla guida del Qatar, fece lo stesso con il Psg, tramite un fondo sovrano cui fece sborsare un’ottantina di milioni. L’idea però era la stessa: garantirsi visibilità internazionale per evitare di finire ingoiati in qualche guerra locale, come il Kuwait con l’Iraq nel ‘90, e forzare l’ingresso nei mercati occidentali anticipando il declino delle riserve di gas e petrolio. CICLO In otto anni, Mansour ha speso oltre un miliardo di euro. Ma dal 2011 Al Thani si è allineato sborsando oltre cinquecento milioni. Il Psg però è cresciuto in modo più armonioso e in Champions approda per il quarto anno di fila ai quarti, novità invece per lo sfidante. Merito anche di una politica di acquisti più coerente, impostata dall’ex d.s. Leonardo che scelse con lungimiranza quei giocatori che oggi sono convinti di poter raggiungere l’obiettivo prefissato dall’emiro: «Vincere la Champions». La squadra di Manchester invece ai quarti ci arriva a fine ciclo, con un allenatore, Pellegrini, destinato all’addio per far spazio a Guardiola, e una rosa, priva stasera degli infortunati Kompany e Touré, da reinventare al mercato estivo. «L’esperienza – ammette Blanc che rinuncia agli indisponibili Verratti e Pastore – a certi livelli conta, ma non ci sono favoriti». Anche se per lo scatenato Ibrahimovic, 38 reti in 41 presenze e in scadenza, potrebbe essere l’ultima chance. Magari solo per convincere un altro magnate, proprio in Premier, a pagargli a 34 anni l’ingaggio da sceicco del pallone”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.