Gazzetta dello Sport: “Cellino-Zamparini è come una volta. I mangia-allenatori ora rincorrono la A”

“Il parziale è 63 a 43. Non è il risultato del terzo quarto di una partita di basket ma i cambi di allenatore sotto le dirigenze di Maurizio Zamparini e Massimo Cellino – rispettivamente 26 nel Venezia e 37 nel Palermo, 37 nel Cagliari e 6 nel Leeds – che oggi si sfidano in Brescia­-Palermo, anticipo della seconda giornata. Due caratteri impetuosi e un po’ burberi che hanno prodotto 106 avvicendamenti. Ma anche diversi nel modo di vivere la partita. Cellino sarà al Rigamonti per la sua primissima casalinga, Zamparini come sempre davanti alla tivù e mai in diretta perché la «vive» troppo: ai tempi d’oro della A era solito girare in taxi in città per evitare forti emozioni. Opposta anche la loro storia nel club: il primo decide di comprare e compra, il secondo sono due anni che vuole vendere e non vende. Ma l’affinità ha prevalso in una recente intervista al Giornale di Sicilia, quando Cellino ha palesato l’endorsement al collega: «Ha portato a Palermo il calcio vero. Il suo arrivo ha dato dignità al club, portandolo al raggiungimento di risultati importanti. Lui è un umorale, vive di passioni. Il mio consiglio al tifoso del Palermo è distare vicino a Zamparini, trasmettendo il proprio calore. Lui ha bisogno di quello».

BOSCAGLIA SUDA Un calore piuttosto tiepido invece quello avvertito dalla nuova guida tecnica del Brescia, che anzi ha sudato freddo lo scorso mercoledì quando Cellino piombando all’allenamento ha gelato così i giornalisti: «Non ho tempo per parlare, sono qui per esonerare Boscaglia». Una battuta, certo, quella del 61enne imprenditore cagliaritano, prima di chiudersi in ufficio 90 minuti, quanto una partita, chiamando a rapporto uno per uno i giocatori.« Per associare nomi a volti», ha spiegato l’a.d. Sagramola, comunque un segnale forte come quello a Leeds quando Cellino toccò vette zampariniane esonerando il povero McDermott ancor prima di acquistare il club. Il quale fu richiamato e ricacciato dopo soli sei mesi, stessa sorte capitata agli altri cinque tecnici nei
tre anni e mezzo di Cellino con gli Whites.

TEDINO GONGOLA In Sicilia tutto rose e fiori fra il patron e il tecnico debuttante in categoria, Tedino, il primo a vincere all’esordio di B nell’era Zamparini. Non altrettanto con i tifosi, ai quali Zamparini ha risposto posando sulle scrivanie dei suoi avvocati due bozze di vendita degli italo americani Frank Cascio e Paul Baccaglini, sì, ancora lui… Sarà per la «friulanità» (Tedino è esploso l’anno scorso nel Pordenone, la prima società acquistata da Zamparini), tant’è che il vulcanico presidente non ha eruttato sul suo allenatore dopo l’eliminazione agostana in Coppa Italia contro il Cagliari ai rigori, anzi, ha usato parole di grande stima. Stesso savoir­faire il 24 agosto dopo il rientro a Palermo: «Ho un mister che assomiglia a Sarri, è uomo di gavetta e gran lavoratore. È un papà per i giocatori, umile e non montato». Con il 53enne trevigiano che ha ricambiato martedì scorso sulla Gazzetta:«Con Zamparini c’è un rapporto leale, credo abbia capito che si confronta con persone che tifano per questa società».

«SACK RACE» In Inghilterra, comunque, dove si scommette su tutto, Boscaglia e Tedino sarebbero dati alla pari nella sack race, la «corsa dei sacchi» che sta a significare l’esonero. I due tecnici non si sono mai incrociati mentre Brescia-­Palermo è un clásico di Serie B: i lombardi sono il club più affrontato dai siciliani nella storia del torneo (52: 17 vittorie Palermo, 11 Brescia e 24 pari). L’ultimo successo del Brescia risale a un’era fa: 24 ottobre 1993, 1­-0 gol di Giunta, sulle panchine sedevano Adelio Moro e Gaetano Salvemini”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio