L’edizione odierna della “Gazzetta dello Sport” si sofferma sul tragico momento del Catania. Le spiegazioni della società alle lettere inviate ai calciatori sono come la toppa che peggiora il buco. E’ allarme vero. Il messaggio è solo l’anticamera di quello che potrebbe accadere il 7 gennaio, giorno in cui la Meridi, società riconducibile ad Antonino Pulvirenti e che supporta il Catania, si presenterà in tribunale per chiedere il commissariamento del club. Un passaggio che potrebbe portare al fallimento con un iter conosciuto: concessione dell’esercizio provvisorio, istituzione di un’asta giudiziaria, attesa di nuovi proprietari e ripartenza. E se non si trova nessuno, perdita dei titolo sportivo e palla nelle mani del sindaco per individuare una nuova proprietà. In estate l’iscrizione è arrivata con grandi sacrifici e successivamente sono stati sottoscritti contratti con giocatori che il club non avrebbe potuto permettersi. Le parole di Lo Monaco a Radio Sportiva confermano tutto. Il club è in vendita da tempo, Pulvirenti si è defilato all’estero, ma nessuno si è avvicinato concretamente. Il primo cittadino Salvo Pogliese, sindaco di Catania, è intervenuto sul caso, dopo aver offerto una mediazione alla ricerca di nuovi imprenditori disposti a rilevare il club: «Bisogna prendere atto che un ciclo si è inesorabilmente concluso e che il Catania deve immediatamente voltare pagina, nell’interesse soprattutto dei tifosi, che vanno rispettati con atti di chiarezza, a tutela della loro passione». I giocatori del Catania da tempo avevano interessato l’Aic. Umberto Calcagno non è sorpreso, ma è il modo che è discutibile: «C’è una crisi societaria in atto, ma non si può rendere di dominio pubblico la vicenda. Ai giocatori è dispiaciuto ricevere quel messaggio e vederlo divulgato. Succede che un club decida di liberarsi di qualche contratto, ma di solito lo fa sotto traccia. Chi avrà la possibilità cambierà, ma chi resta dovrà essere tutelato».