Gazzetta dello Sport: «Caro ACR, prima di 2-3 mesi non credo che si ripartirà»

Andrea Pensabene, allenatore dell’Acr Messina, ha voluto dire la sua su questo momento di sosta per l’emergenza Coronavirus. L’edizione odierna di “La Gazzetta dello Sport” riporta l’intervista al tecnico dei peloritani. A casa. Come il resto del paese.«Mi dedico alle faccende e alla spesa. L’unica valvola di sfogo è un po’ di corsa. Mentre la squadra sta seguendo un piano di lavoro a distanza». Mister Pensabene, a suo modo, è emblema di ciò che in fondo stanno toccando con mano quasi tutti, in Italia. Perché, in tempi di coronavirus, ciò che era normale diventa straordinario. Un cambio di paradigma che non risparmia nessuno. Il tecnico dell’Acr Messina,dopo soli tre giri- due vittorie e una sconfitta- su una giostra traballante su cui è stato catapultato in corso d’opera, a metà febbraio, già tende a parlare al passato. E questo desta una certa impressione: «Avevo iniziato ad intravedere un cambio di marcia. E nuovi stimoli, nonostante la frattura con la tifoseria. Io,da allenatore,avevo il compito di isolare il gruppo. E devo dire che la vittoria sul Licata, in questo senso,era stata una bella risposta». Campionato finito? Nelle parole di Pensabene, nella sua tendenza a declinare i verbi all’imperfetto, c’è l’inclinazione all’idea che questo campionato sia già in archivio. «Quello che è successo in Serie A mi fa temere il peggio. Credo che per vedere un po’di luce dovremo aspettare almeno 2-3 mesi. Mi auguro con tutto il cuore di sbagliarmi. La Lega Dilettanti ha agito con tempistiche perfette,sospendendo i campionati al momento giusto. Adesso non sappiamo se riusciremo concludere questo torneo».Il tono e le parole del tecnico giallorosso trasudano rammarico. Ma poi il tutto rientra nella cornice del buonsenso. E di una scala di priorità che non potrebbe essere diversa: «Il calcio in questo momento è l ’ultimo problema di una nazione in ginocchio. La vita umana vale il prezzo di ogni stravolgimento a cui ognuno di noi deve essere pronto».  Non sappiamo cosa attenderci dal futuro. E allora un passo indietro, verso la certezza che l’Acr Messina, a prescindere, abbia già fallito per il 3° anno consecutivo,  diventa uno spunto di discussione: «La squadra è stata costruita male per via dei troppi scossoni. Ci sono carenze in alcuni reparti e troppi doppioni in altri. Il presidente ha investito tanto, ma è stato mal consigliato. La rivalità con l’Fc Messina? Stanno facendo un ottimo lavoro, ma faccio fatica a pensare a un ribaltamento del consenso. Siamo come Verona e Chievo. In futuro si vedrà se a Messina esisteranno ancora due realtà. A dirlo sarà solo la programmazione».

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Redazione Ilovepalermocalcio