L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso Lecco e riporta le parole di Balata.
Il caso del Lecco fa discutere. Se ne parla, costantemente, nella città che fino a mercoledì festeggiava la storica promozione in Serie B dopo 50 anni. Se ne parla nei bar, tra chi è convinto che troppa burocrazia stia bloccando il Paese (e in questo caso ostacolando un successo meritato sul campo). E se ne parla pure negli uffici federali e delle Leghe, consapevoli che a fronte della perentorietà di certe scadenze possa comunque esserci altro da valutare. Il Lecco, come noto, rischia di non partecipare alla prossima Serie B per colpa di un ritardo di poche ore nell’iscrizione sulle autorizzazioni per lo stadio. Il Rigamonti-Ceppi, l’impianto di casa, non è a norma: mancano la giusta illuminazione, i necessari posti a sedere e pure i tornelli. Il club di Paolo Di Nunno ne era perfettamente consapevole, così ha cercato un altro impianto, trovando la soluzione migliore nell’Euganeo di Padova
. Peccato che i tempi tecnici fossero minimi: la squadra di Foschi ha conquistato la promozione in B contro il Foggia la sera di domenica 18, la scadenza per le iscrizioni era fissata alle 23.59 di martedì 20. Una manciata di ore, ma è tutto in regola. Tranne, appunto, lo stadio. Nella documentazione presentata c’è l’ok del Comune di Padova, c’è l’ok del Padova Calcio, ma manca quello della Prefettura che arriva solo mercoledì mattina. Troppo tardi per archiviare senza problemi la pratica iscrizione. È la prima volta che una società professionistica rischia davvero non per problemi legati a mancati pagamenti o simili, ma per un cavillo burocratico.
Ed è questo uno dei punti su cui si sofferma anche il presidente della Lega Serie B Mauro Balata, che premette: «Aspettiamo di acquisire tutta la documentazione presentata dal Lecco e che si esprimano gli organi federali che hanno la competenza per farlo». Poi però aggiunge: «Le regole sono quelle, ma in questo caso va considerato un fatto: se i playoff di Serie C vengono fatti slittare di dieci giorni, probabilmente ci si sarebbe dovuti preoccupare delle società promosse come il Lecco, aiutandole nello sbrigare le pratiche per l’iscrizione o prorogando i termini della stessa». Precisa ancora Balata: «Il Consiglio federale avrebbe potuto acquisire per tempo l’istanza di proroga». Il presidente sottolinea poi come il club di Di Nunno sia perfettamente «in regola con la documentazione economica» – quella che entro il 30 giugno verrà vagliata dalla Covisoc e su cui traballa la posizione della Reggina – e sottolinea come invece la possibilità di estendere il campionato di Serie B a 21 «sarebbe una soluzione ingiusta destinata a creare un’infinità di problemi».
Tanto che appena due giorni fa, alla presenza dello stesso Lecco, l’Assemblea di Lega B ha ribadito all’unanimità la necessità di tutelare il format a 20 squadre. Brescia e Perugia, prima e seconda delle potenziali riammesse dopo la retrocessione in C, sono sul piede di guerra. Il Foggia, che ha perso la finale playoff con il Lecco, dovrà arrendersi, il regolamento in questo senso è chiaro. Ma Matteo Marani, presidente della LegaPro, ha già dichiarato di voler intervenire sull’articolo 49 delle Noif in modo che, se una promossa dalla C dovesse perdere il posto, venga sostituita dalla seconda migliore di quel campionato. Ragionamenti per il futuro comunque. Ora c’è un Lecco che spera e che giorno dopo giorno vede rafforzarsi le sue ragioni.