Gazzetta dello Sport: “Caos da paura. Palermo rivive i vecchi incubi della radiazione”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” evidenzia che il clima che si respira in città è simile a quello della radiazione. Ecco quanto riportato: “Lo spettro della radiazione aleggia sul Palermo. I tentativi di salvare il salvabile messi in atto in queste ore hanno tutta la parvenza di mosse disperate. Una crisi di questa entità i tifosi rosanero non l’avevano vissuta neppure nell’86, quando il club venne radiato per debiti e dovette ripartire dalla C2. Anche allora il sindaco era Leoluca Orlando e non riuscì ad evitare il peggio, ma il primo cittadino fu tra i promotori della rinascita, assieme ad altri politici e istituzioni locali. Un ruolo fondamentale lo ebbe Salvino Lagumina, numero uno di Sicindustria, e primo presidente della società rinata il 7 gennaio dell’87, che grazie ad una deroga concessa dal presidente della Figc Matarrese, l’estate successiva, ricominciò il suo cammino dalla C2.
FERRARA&POLIZZI Da Lagumina, nell’89, il testimone passerà ad una coppia di imprenditori locali: Giovanni Ferrara e Liborio Polizzi, presidente il primo, amministratore delegato il secondo, anche se i due si scambieranno le cariche durantela loro convivenza. L’obiettivo Serie B verrà centrato tra mille peripezie nel‘91. Ma era un calcio diverso da quello attuale, giravano meno soldi, non esisteva la pay-tv e il Palermo, a livello finanziario, boccheggiava. La squadra in quel periodo fece più volte su e giù dalla B alla C1: il momento più alto nel ‘96, quando Ferrara, a corto di denari, si affidò a Ignazio Arcoleo e un nugolo di giocatori palermitani da cui fiorirà «Il Palermo dei Picciotti». Ma è breve illusione: l’anno dopo, infatti, i rosanero retrocedettero di nuovo e nell’estate del 2000, una nuova crisi (finanziaria e giudiziaria), costrinse Ferrara a cedere il club. DA SENSI A ZAMPARINI Ferrara trattò alungo con Flavio Briatore, spalleggiato – si disse all’epoca-da Juventus e Milan, prima di cedere il Palermo a Franco Sensi, patron della Roma, per poco meno di 20 miliardi di lire. Il progetto iniziale avrebbe dovuto coinvolgere anche Cragnotti(Lazio),Gaucci(Perugia)e Cecchi Gori(Fiorentina), ma alla fine, visto il tentennare degli altri, Sensi ruppe gli indugi e fece tutto da solo: la Serie B promessa arrivò al primo colpo, sebbene al termine di un’annata complicata. Ma anche la famiglia Sensi sarebbe entrata in crisi da lì a poco e nel luglio del 2002 irrompe Zamparini: «Ho ceduto il Palermo all’uomo che lo riporterà in A», profetizzò Sensi chiacchierando con un suo stretto collaboratore. E così fu. GIOIE E DOLORI Mai il Palermo aveva toccato i picchi raggiunti con Zamparini. Mai dal «Barbera» erano passati tanti campioni. Fino al 2011 l’imprenditore friulano è stato senza dubbio il presidente migliore(lo dicono i numeri)della centenaria storia rosanero. Poi il lento declino e lo spettro di un altro fallimento: negli ultimi mesi le difficoltà economiche del Palermo sono esplose. […] Tutto per reperire denaro ed evitare un altro crack, impresa che ad oggi appare complicatissima”.