“Battete questa, se riuscite. Mercato invernale 1977, la Polisportiva Parteolla di Dolianova, Seconda Categoria sarda, accetta di cedere Giuseppe Murgia alla Seulese. In cambio, una capra e un prosciutto, «contro il caro prezzi che esiste nel calcio» (e Bruno Capra, ex Bologna, non c’entra). Il mercato del freddo è fatto così, ha sempre avuto dei colpi di originalità. Una volta si faceva a novembre per dieci giorni, poi grazie e arrivederci all’estate, oggi occupa tutto gennaio. Una volta si potevano vendere solo i giocatori mai schierati in campionato, oggi vale tutto e di tutto si sente. Il Real una volta a gennaio ha preso Higuain dal River Plate, idea niente male, ma anche la Serie A si difende. Con un po’ di memoria, un catalogo dei possibili acquisti di gennaio. IL CAMPIONE Caso classico: serve una svolta e il presidente sceglie di andarci pesante. Il Milan sa come si fa. Nel 2007 scelse Ronaldo seguì gol nel derby con esultanza a orecchie larghe , nel 2013 riportò a Milano Balotelli, «mela marcia» per berlusconiana definizione. Altri casi: Beckham per il solito Galliani, Stankovic all’Inter dopo memorabile braccio di ferro con la Juve, Luis Suarez dall’Ajax al Liverpool, Seedorf all’Inter nel 2000 assieme a Cordoba e Mutu, Cuadrado dalla Fiorentina al Chelsea nel trasferimento invernale più caro in era prefollie cinesi. IL RINFORZO MIRATO A voler scrivere un libretto, la morale è qui, nascosta tra un Barzagli e un Desailly: in inverno l’acquisto giusto è l’acquisto mirato. La Juve nel 2011 prese Barzagli dal Wolfsburg per poche centinaia di migliaia di euro. Era un campione del mondo in crisi, è diventato un fenomeno. Il Milan di Capello nel 1993 puntò Desailly, già molto forte al Marsiglia, e lo trasformò nel miglior centrocampista difensivo d’Italia. Il Napoli 1987 e la Juve 1998 vinsero lo scudetto comprando in inverno un centrocampista: Romano per Maradona, Davids per Del Piero. Non strapagati, stradecisivi. Come Nainggolan per la Roma, altro acquisto di gennaio, e a un livello inferiore Maxi Lopez, il biondo che conquista. Ora passa in terzo piano ma nel 2010 salvò di peso il Catania con 11 gol in sei mesi. LO SPOT Il mercato a volte serve per mandare un messaggio, far sorridere i tifosi. Ferrero nel 2015 andò a prendere Eto’o, che per la Samp sembrava fuori scala: finì male, con solo due gol in campionato. Altro caso: l’Inter nel 2013 vedeva Balotelli destinato al Milan e andò a Zagabria a prendere Kovacic, anche per ristabilire equilibrio cittadino. Maluccio. La Juve fece un errore simile con Anelka punta di nome, ma senza gol , la Roma col mitico Fabio Junior. Commento su una vecchia Gazzetta di Zeman, sempre carino: «Non sa fare niente e non ha minima voglia di imparare». «YES PANIC» Categoria da squadra in difficoltà. Quasi ogni anno c’è qualcuno che schiaccia il pulsante «panico» e compra per paura di retrocedere. Il Sassuolo a inizio gennaio 2014 era terzultimo a +1 dall’ultimo posto e al mercato prese Polito, Ariaudo, Cannavaro, Manfredini, Brighi, Biondini, Rosi, Mendes, Floccari, Sansone. Spese da squadra nobile, ma funzionò. Il Palermo un anno prima aveva provato con Sorrentino, Aronica, Nelson, Sperduti, Boselli, Formica, Anselmo, Dossena, Faurlin, Fabbrini e Aronica. Chi li ricordava tutti vince un premio, Zamparini invece no: retrocesso. I GIOVANI Basta un esempio: il Palermo nel 2007 comprò Cavani, appena diventato capocannoniere del Sub 20. Bravino… Zamparini in quella stagione cambiò allenatore solo due volte, ma il mercato invernale non c’entra. Nel 1977, l’anno della capra, fu molto più responsabile. Conti, presidente del Bologna, nei giorni delle trattative prese… un allenatore, richiamando Pesaola e convincendo quattro dirigenti a dimettersi per protesta. Tra loro, un uomo che non ci si aspetterebbe in queste vicende di venale calciomercato: Enzo Biagi.”. Questo quanto si legge su “La Gazzetta dello Sport”.