“Ancora una sconfitta giudiziaria per Luciano Moggi nell’infinito filone di Calciopoli a dieci anni dalla scoppio dello scandalo. La Corte di Cassazione ha rigettato il suo ricorso contro la sentenza che, pur dichiarando prescritto il reato, aveva sostanzialmente sposato nelle motivazioni l’impostazione colpevolista del verdetto d’Appello, dichiarando legittime le richieste di risarcimento danni e dando al giudice civile il compito di analizzarle nel merito e quindi di decidere quanti soldi l’ex d.g. juventino e gli altri imputati dovranno versare alle parti civili, fra cui il ministero dell’Economia, quello delle politiche giovanili, la Federcalcio, e alcune società che si erano costituite nel processo (Brescia, Bologna, Atalanta, Lecce e la Victoria 2000 di Gazzoni Frascara, che controllava all’epoca il club del capoluogo emiliano)”.
MAXI RICHIESTA “Va chiarito che si tratta di una nuova sentenza nell’ambito penale. E non di un pronunciamento in sede civile. Dove la partita dei soldi quanti, chi li paga, chi li incassa è tutta da giocare. Gazzoni Frascara ha chiesto (non solo a Moggi) la cifra di 113 milioni e 628 mila euro. L’Atalanta ha aggiunto un carico da 68 milioni. Ma naturalmente il giudizio potrà valutare diversamente la portata del danno e soprattutto dividerlo per i diversi soggetti ritenuti responsabili. Insomma, la cifra che Moggi sarà chiamato a risarcire sarà naturalmente molto più bassa. Il d.g. juventino aveva formulato il ricorso centrandolo su due questioni: la competenza territoriale, contestando che il processo si fosse svolto a Napoli; la validità della prova delle schede telefoniche svizzere. Argomentazioni rigettate in entrambi i casi. L’ex presidente del Bologna Gazzoni Frascara si dice «molto soddisfatto, si continua a far finta di non saperlo, ma se il reato è prescritto, non per questo è prescritto il danno, e dunque il risarcimento alle parti civili». Quanto a Luciano Moggi, non ha reagito ufficialmente al nuovo pronunciamento della Cassazione: «Non ci sono commenti, non mi va di parlare. Se è cambiato qualcosa rispetto ad allora? Lo vedete voi…»”.
PURE LA JUVE “Nelle motivazioni della Cassazione, era stato sottolineato che per il risarcimento civile «non è necessario provare la effettiva sussistenza dei danni, essendo sufficiente l’accertamento di un fatto potenzialmente produttivo di conseguenze dannose». Un argomento che ha spianato la strada alle richieste di risarcimento. Che tirano in ballo anche la Juve, nonostante le parole della sentenza di terzo grado avessero escluso la responsabilità penale del club bianconero (il tentativo è quello di spostare il discorso sulla violazione della legge 231, quella sulla responsabilità di enti e società per i comportamenti dei propri dipendenti). La Federcalcio, invece, non ha intrapreso ancora azioni legali per il risarcimento. Mentre il 18 luglio è in calendario presso il Tar del Lazio la maxi richiesta della Juve che a sua volta chiede un risarcimento danni proprio alla Figc. Insomma, Calciopoli non riesce proprio a finire mai”. Questo ciò che si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.