“E’ stata una guerra a tutto campo quella giocata nel giugno di due anni fa attorno ai diritti tv della Serie A. Dopo l’apertura delle buste Sky pregustava il colpaccio, avendo presentato le offerte più alte sia sul satellite sia sul digitale terrestre. E quando ha fiutato l’aria – Lega e Infront a opporre la regola del no single buyer per tenere in piedi la concorrenza e far scattare l’offerta monstre di Mediaset sul pacchetto D – l’emittente di Murdoch ha azionato una furibonda controffensiva. Obiettivo numero uno Infront, l’advisor della Lega, e in particolare il suo presidente italiano Marco Bogarelli, ritenuto da quel fronte vicino alla galassia berlusconiana e quindi non imparziale. CONTRO BOGARELLI Sky le prova tutte, tenta anche di aggirare Bogarelli rivolgendosi all’azionista di Infront, all’epoca il fondo Bridgepoint. Come emerge dagli atti dell’istruttoria dell’Antitrust, Davide Tesoro Tess, manager di Sky, parla con Xavier Robert, partner di Bridgepoint, e relaziona così i vertici dell’emittente: «Ho avuto la netta sensazione che Bogarelli stia prendendo in giro anche lui. Bogarelli gli ha detto che Sky+Fox su A+B+D viola la no single buyer, cosa che gli ho ovviamente spiegato non è vera. Qualche dubbio deve essere venuto anche a lui, tant’è che mi ha dato massima disponibilità a risentirci nei prossimi giorni. C’è forse un’opportunità con lui, perché a Xavier è chiarissimo che dal punto di vista di business l’interesse di Infront è assegnare A e B e rimettere all’asta D, e da quanto gli dice Bogarelli il problema sono i rischi legali e molti club che premono per rifare l’asta. Ci dormo sopra, se volete pensarci anche voi tenete solo presente che il suo potere su Bogarelli è teoricamente totale, ma allo stesso tempo sa bene che da Bogarelli dipende il 50% di Infront». PRESSIONI AI CLUB È un tentativo che non riesce, come quello di esercitare pressione sui club. In quei giorni si assiste a un frenetico tourbillon di incontri, telefonate, azioni di lobbying incrociate. Il pressing sulle società di Serie A è notevole, da tutte le parti, ed è una delle vie scelte da Sky nella sua strategia anti-Infront. In un’email del 18 giugno 2014 Tesoro Tess scrive: «Incontro molto positivo con Moratti, che andrà in assemblea. Vuole subito rivederci anche con Capellini per ri-condividere tutta la linea, e a quest’incontro vuole far partecipare direttamente anche Giulini (Cagliari)». Due giorni dopo, in un’email con oggetto “Juve”, lo stesso Tesoro Tess spiega gli argomenti a sostegno della tesi pro-assegnazione a Sky, probabilmente da sottoporre alla Juventus: «È stato fatto un bando secondo cui Sky ha vinto due pacchetti forti investendo quasi 800 milioni (+200 vs oggi), il terzo pacchetto può essere assegnato per 140-200 milioni. Se la Lega segue le regole e assegna, fa almeno +10/15% a questo giro dopo due cicli quasi flat, e nonostante la congiuntura economica tiene il passo delle altre Leghe europee. In questo caso, sommando diritti Serie A+UCL (Champions League, ndr) la Juve ha quindi una buona base per provare a tenere il passo dei top 10 europei, che sono il suo vero benchmark. Infront lotta come un leone per forzare le regole, con lo spauracchio di un fantomatico divieto Antitrust… Se vince la linea Infront, i diritti restano flat per altri 3 anni e realisticamente per i 3 successivi, la Serie A perde definitivamente il treno vs EPL, Bundesliga e Ligue 1, e la Juventus diventa velocemente una “nobile decaduta” tipo Ajax, Porto e Benfica». Niente da fare. I club di Serie A in assemblea matureranno l’idea massimizza-ricavi di assegnare il digitale a Sky e il satellite (col pacchetto D) a Mediaset inducendo i due contendenti a ritirare i ricorsi e a fare la pace. Quella pace che ora l’Antitrust contesta prefigurando un’intesa restrittiva della concorrenza. ANTITRUST Sky, Mediaset, Lega e Infront temono multe milionarie, ma l’inchiesta (udienza finale il 9 marzo, decisione entro il 30 aprile) rallenta: uno dei tre giudici dell’Authority sta per dimettersi e bisognerà aspettare che Camera e Senato nominino il suo sostituto”. Questo è quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.