Il calcio italiano si trova davanti a sfide economiche cruciali per garantirne la sostenibilità e il rilancio. Come riportato nella Gazzetta dello Sport, oggi in edicola, Urbano Cairo (presidente del Torino e di RCS MediaGroup) e Paolo Scaroni (presidente del Milan), insieme al ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, hanno affrontato temi chiave in un incontro organizzato a Roma nell’ambito dell’appuntamento di Fratelli d’Italia Atreju, dal significativo claim “Risposte concrete al mondo che cambia”.
Cairo ha messo l’accento su tre nodi fondamentali: il Decreto Crescita, il betting e la lotta alla pirateria. La cancellazione dei vantaggi fiscali per i calciatori e allenatori stranieri, in vigore dal 2024, viene considerata ingiusta: “Siamo l’unico settore escluso da queste agevolazioni”, ha detto Cairo. Sul tema scommesse, il presidente granata ha evidenziato come il calcio italiano generi numeri straordinari, circa 14,8 miliardi di euro, senza però beneficiarne direttamente, mentre Scaroni ha definito il Decreto Dignità un danno da “almeno 100 milioni l’anno”.
Il ministro Abodi ha annunciato importanti interventi, a partire dall’introduzione di una percentuale di prelievo sulle scommesse (tra lo 0,5 e l’1%) da destinare a iniziative prioritarie, escludendo però gli investimenti negli stadi, per i quali sarà costituito un fondo equity. Sul fronte della pirateria, Cairo e Scaroni hanno denunciato perdite di 3-400 milioni di euro per i broadcaster come DAZN e, di riflesso, per i club. Abodi ha ribadito la necessità di agire con tempestività, annunciando un protocollo operativo con la polizia postale e la Guardia di Finanza per contrastare questa piaga legata alla criminalità organizzata.
Le risposte concrete sono state promesse, ma il calcio italiano ha bisogno di azioni immediate per affrontare sfide economiche ormai non più rinviabili.