Gazzetta dello Sport: “Calcio e multiproprietà, l’Uefa in allarme”
L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” per la rubrica “Sport & Business” curata da Marco Iaria si sofferma sulla questione multiproprietà e l’Uefa che lancia un allarma.
“Un’altra multiproprietà si affaccia nel risiko del pallone. È quella del consorzio BlueCo guidato dall’imprenditore statunitense Todd Boehly, che l’anno scorso aveva acquistato il Chelsea. Ora l’investimento bis, in Francia: è stata rilevata, per una cifra stimata in 75 milioni di euro, la quasi totalità delle azioni dello Strasburgo, militante in Ligue 1. “Questo accordo segna un nuovo capitolo nella storia del Racing, in quanto il consorzio si impegna ad accelerare gli investimenti sostenibili per la crescita del club, anche per quanto riguarda la prima squadra e l’accademia, come continuazione del progetto attuato da Marc Keller, che rimarrà presidente del club, supportato dal suo attuale team di gestione”, ha annunciato BlueCo, che ha esplorato nei mesi scorsi i mercati in Portogallo, Belgio e Francia, scegliendo quest’ultimo. Lo Strasburgo diventa il quinto club di Ligue 1 a passare sotto la proprietà americana dopo Marsiglia, Lione, Tolosa e Le Havre. In totale, più della metà delle squadre della massima serie francese sono ora di proprietà straniera.
Quanto a BlueCo, è vero che la multiproprietà calcistica, con la seconda acquisizione dopo il Chelsea, si è materializzata nei giorni scorsi, ma il consorzio statunitense aveva già messo in piedi una rete nello sport, con il controllo dei Los Angeles Dodgers (Mlb) e una quota di minoranza nei Los Angeles Lakers (Nba). Nel calcio, il gruppo Todd Boehly-Clearlake Capital punta a emulare i modelli già radicati della Red Bull e del City Football Group. Lo stesso Boehly, nei mesi scorsi, aveva tracciato la strada: “Ci sono diversi paesi in cui è vantaggioso avere un club. La Red Bull fa un ottimo lavoro con Salisburgo e Lipsia. Hanno capito come fare funzionare questo modello. La sfida del Chelsea è che quando hai superstar di 18, 19 e 20 anni, puoi prestarle ad altri club, ma metti il loro sviluppo nelle mani di qualcun altro. Il nostro obiettivo è quello di garantire che le nostre giovani superstar abbiano la possibilità di scendere in campo con il Chelsea e di giocare davvero. Per me, il modo per farlo è attraverso un altro club in un campionato davvero competitivo in Europa”.
IL REPORT— Secondo un recente report dell’Uefa, alla fine del 2022 c’erano oltre 180 squadre facenti parte di multiproprietà, di cui un terzo originarie degli Usa: nel 2012 erano meno di 40. Con tanto di allarme lanciato dall’organo del calcio europeo presieduto da Ceferin: “L’aumento degli investimenti da parte di più club può rappresentare una minaccia concreta all’integrità delle competizioni europee per club, con il rischio crescente di vedere due club con lo stesso proprietario o investitore affrontarsi sul campo”.