Gazzetta dello Sport: “Cagliari in A. L’ultima lezione di Sir Ranieri fuori dal campo”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul miracolo Cagliari che ieri ha battuto allo scadere il Bari volando in serie A.

Le lacrime, perché le emozioni non hanno età, non distinguono la Premier League dalla serie B e nemmeno l’esperienza può frenarle. E poi quel gesto, forte e coraggioso, chiaro e immediato, sotto la propria curva: cari tifosi miei, non sbeffeggiate gli avversari che rimangono in B, anzi applaudite anche loro, lo meritano. Ranieri ha vinto sul campo al 94’: il gol di Pavoletti all’ultimo respiro del campionato ha riportato il Cagliari in A e condannato il Bari quando ormai sentiva di avere raggiunto la promozione. Gioia incontenibile per il popolo sardo, la più crudele delle beffe per gli oltre cinquantamila pugliesi che hanno riempito lo stadio San Nicola.

Ma sir Claudio, come lo chiamano gli inglesi, ha vinto anche quando la partita è finita, con la sua umanità appassionata, con la sua lucida freddezza. Due elementi all’apparenza contraddittori, uniti nei comportamenti di Ranieri. Il quale – come detto – si è prima lasciato prendere dalla commozione, scoppiando in lacrime e affondando gli occhi sulla spalla di un suo collaboratore. E poi ha capito che i tifosi del Cagliari stavano sbagliando con quel coro – “Serie B! Serie B!” – indirizzato agli avversari. Ha commosso anche noi, e ci ha dato un’altra lezione.

Claudio Ranieri è un romanzo. Davvero. È l’allenatore che ha vinto il campionato dall’esito più sorprendente nella storia del calcio, con il Leicester, e ha fatto molte altre cose indimenticabili. Belle, ma non solo, come lo scudetto perso con la Roma – la squadra del cuore – quando ormai sembrava averlo strappato all’Inter di Mourinho nell’anno che poi è diventato quello del triplete nerazzurro. Dicevano fosse un perdente: follie. Ha scritto pagine indimenticabili, l’ultima nella notte di Bari, quando tutto sembrava ormai finito. Ha regalato emozioni fortissime senza mai alzare i toni, diventare maleducato, essere aggressivo. Il gesto rivolto ai suoi tifosi nel momento della gioia suprema vale più di mille polemiche. Una lezione, anche per tanti allenatori.

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Redazione Ilovepalermocalcio