L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sulla tensione alta in casa Brescia.
Non c’è spazio per le illusioni in Serie B: alti, bassi e sopravvive solo chi impara a rialzarsi meglio. Il Brescia era ripartito col piede giusto dopo l’estate più nera. Un avvio magico a spazzar via l’incantesimo di una retrocessione da incubo, che l’aveva lasciata prigioniera della lunga attesa di una riammissione arrivata così in extremis che per gli altri il campionato era già iniziato. Pronti via e la squadra, per la maggior parte confermata dopo la discesa in C subita sul campo, aveva collezionato 3 vittorie e 4 pareggi in 7 partite: miglior difesa, nuovo modulo granitico con la difesa a 3, gli ultimi acquisti protagonisti, i confermati rigenerati. Ma sono bastate 2 partite di fila in casa, in meno di una settimana, per ripiombare fra dubbi e incertezze. Male col Modena, male pure col Bari: adesso la situazione è tutt’altro che tranquilla per Daniele Gastaldello.
La panchina Il posto dell’ex difensore, capitano e vice di Pep Clotet, da anni pupillo del presidente Massimo Cellino, non è più tanto al sicuro. Il Brescia delle ultime uscite è stato incostante, a tratti timoroso, prevedibile nella manovra offensiva quanto fragile sugli attacchi avversari nei momenti di maggior pressione: non a caso ha incassato in 2 giornate più reti che nelle precedenti 7. Adesso il calendario propone due trasferte di fila, contro il Cittadella sabato e a Palermo fra una settimana, prima di provare a riconquistare il Rigamonti nel derby con la Cremonese in agenda domenica 12. Tre sfide prima della sosta: Gastaldello gode della stima di Cellino ma in mancanza di risultati rischia l’esonero.