“Che per lui la vita non sia cambiata più di tanto lo dimostra il fatto che ieri pomeriggio è andato a vedere la partita della Primavera. Non si è voluto lasciare alle spalle il lavoro degli ultimi anni, soprattutto ha fatto sentire la presenza, seppure in tribuna, ai suoi ragazzi. Ha i piedi piantati per terra Giovanni Bosi, ha risposto alla chiamata del presidente Zamparini dopo l’addio di Schelotto più per spirito di appartenenza che per sogni di gloria. «Non penso di essere diventato un tecnico di serie A in due giorni, c’è stata un’emergenza, mi è stato chiesto di dare una mano e, essendo qui da un po’ di anni, ho accettato – spiega -. voglio dare il mio contributo e voglio trasmettere ai ragazzi tranquillità. Va dato atto alla squadra di essere sulla strada giusta. Però, è anche vero che per loro non è semplice dopo tutti questi cambiamenti. Dobbiamo battagliare per avere un futuro roseo». CONVINZIONE Oggi sarà il suo secondo esordio in A, stavolta da vero protagonista, dopo il tutoraggio a Schelotto con l’Udinese. Nessuna emozione, però, la parola che Bosi preferisce utilizzare è convinzione. «Mentirei se dicessi di essere emozionato – continua -. Non sono una persona emotiva. Sono concentrato perché la A non è la Primavera. In pochi giorni ho cercato di lavorare sulla parte mentale per dare un po’ di tranquillità perché la squadra sta bene dal punto di vista fisico. Ho fatto le cose nel miglior modo possibile, non diversamente da come faccio in Primavera». SOGNARE NON SERVE Allenare in Serie A non capita tutti i giorni, potrebbe essere una chance importante per la sua carriera. Bosi ama il basso profilo. «In questo momento vivo questa cosa come una parentesi del mio lavoro, non sono un sognatore perché nel calcio bisogna essere concreti. Non sono alla ricerca di sogni o di gloria effimera, non mi piace guardare più in là del mio naso che è già abbastanza lungo – ammette con un sorriso -. Adesso voglio concentrami sul Torino. Questo è il momento meno indicato per le chiacchiere, bisogna lavorare perché questa partita può cambiare in meglio il nostro finale di stagione. Dobbiamo cercare di arrivare alla gara nel miglior modo possibile. Le qualità dei giocatori le conosciamo, dobbiamo solo approcciare bene alla partita. Abbiamo una buona base e un gruppo sano». Il Torino non attraversa un buon momento, la vittoria manca da 4 gare. «Mi preoccupa la qualità del collettivo. Ha buoni giocatori e un grande allenatore. Ventura, è sempre in grado di inventarsi qualcosa d’interessante». Una battuta su un prodotto dalla sua Primavera. «Pezzella sostituto di Lazaar? Vedremo. Se è in prima squadra dall’inizio è perché lo si considera pronto. Credo tantissimo in lui e ne sentiremo parlare molto in futuro». Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.