Beppe Mascara, allenatore del Biancavilla ed ex attaccante del Catania, ha parlato del momento difficile che sta attraversando tutta la nazione. L’edizione odierna di “La Gazzetta dello Sport” fa il punto della situazione analizzando le parole del tecnico del Biancavilla, pubblicato sui profili social del Biancavilla: «È un momento difficile per l’intera nazione. Siamo costretti a rinunciare alle nostre abitudini, alle passioni, è dura, ma ne usciremo. Per farlo occorre l’impegno di tutti. La forza del gruppo è l’elemento su cui si basa il lavoro inteso come filosofia della quotidianità. È in gruppo che sorridiamo, lavoriamo, e raggiungiamo gli obiettivi. Ed è in momenti come questo che, in gruppo, dobbiamo collaborare per ritornare ad abbracciarci. Restiamo a casa.Contribuiamo a dare cartellino rosso al coronavirus. In questo momento più che mai, ci sentiamo persone normalissime, comuni mortali. Nella carriera agonistica, poche volte ho avuto paura, abbiamo condiviso tante gioie, ma oggi il panico ha raggiunto tutti i livelli. Fa rabbia perché poteva essere evitabile quanto, oggi, siamo costretti a fronteggiare. Doveva fermarsi tutto prima, ormai ci stiamo dentro quindi è giusto stare a casa, e prendere le giuste precauzioni. Semmai dobbiamo prendere il lato positivo del momento. Non stiamo mai troppo tempo con i figli e la moglie, oggi siamo costretti, ma ciò costituisce l’unico lato positivo della triste vicenda. La squadra si è allenata fino a sabato scorso,vigilia della gara contro il Savoia, che poi è stata rinviata, quindi per ora sento i ragazzi, ma non ci vediamo da quella data. Secondo me sarà molto lunga, una sosta che potrebbe sancire la fine del campionato. Tutto, ovviamente dipende da come andranno le cose che,ora,non possiamo ipotizzare. Parliamo della vita, non di un infortunio o di un periodo nero, che ogni giocatore attraversa almeno una volta in carriera a certi livelli. Ripeto siamo comuni mortali, non saprei, ma non penso che i giocatori professionisti, pensino al momento, di allenarsi o mantenere lo stato di forma. Per ora, si pensa solo a non contrarre il virus e stare a debita distanza dai potenziali pericoli. L’appello che faccio è di stare uniti,non è giusto vedere persone strafottenti correre nei parchi o passeggiare, quando c’è gente in ospedale, curata dai nuovi eroi: gli angeli con il camice».