Gazzetta dello Sport: “Bentornato campionato! Tanti al debutto: Bruno Henrique, ex capitano del Corinthians, unico vero colpo di Zamparini in un’estate difficile”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” scrive della ripresa del campionato, soffermandosi su alcuni esordienti nella massima serie italiana, tra cui Bruno Henrique del Palermo. Di seguito quanto sul legge sul quotidiano: “Ci sono un inglese, un belga, un italiano, uno spagnolo, un brasiliano e un argentino. Più molti altri. Non è una barzelletta, ma il programma della Serie A, che si prepara ad accogliere tanti nuovi protagonisti nel terzo turno. Il più atteso è probabilmente Joe Hart, debuttante assoluto in A e primo suddito della regina a difendere i pali di una squadra italiana. Il Torino lo ha prelevato in prestito secco dal Manchester City negli ultimi giorni di calciomercato, quando il numero uno dell’Inghilterra si è visto mettere alla porta (quella di servizio, però) da Pep Guardiola. «Non sa giocare con i piedi», il capo d’accusa più o meno ufficiale. Al Toro interessano più le sue mani, le stesse nelle quali Sinisa Mihajlovic ripone la propria fiducia già nella delicata trasferta di Bergamo con l’Atalanta, dove i granata non avranno a disposizione l’attacco titolare. Servirà quindi una prova da leone di Hart per uscire dall’Atleti Azzurri d’Italia con dei punti. I tifosi granata lo hanno accolto come un semidio nei primi allenamenti, ma si sa che soprattutto per un portiere vale la prova del campo. Intanto Hart ha fatto pratica in nazionale, dopo il deludente Europeo: clean sheet, per dirla all’inglese, nell’1­0 alla Slovacchia. Un buon viatico per presentarsi carico all’avventura italiana. Al Toro attendono il loro turno anche Lukic, Gustafson e Aramu: di sicuro, però, la loro incidenza sulla stagione granata sarà minore di quella di Hart. SLIDING DOORS A Pescara dicono che Massimo Oddo sia rimasto stupefatto dalle qualità di Alberto Aquilani. Amore reciproco, perché pure il centrocampista sbarcato a Pescara è rimasto impressionato dalla filosofia del tecnico abruzzese. E sì che i due si dovrebbero già conoscere bene. Avversari in campo per anni (anche nei derby di Roma) e «tecnicamente» compagni per sei giorni al Milan. Stagione 2011­12, Aquilani diventa rossonero il 25 agosto, il 31 dello stesso mese Oddo lascia Milanello e prende la via di Lecce. Sliding doors. Oggi si ritrovano a Pescara, dove Aquilani si candida al ruolo di play d’esperienza per centrare la salvezza. Inutile dire che l’ex nazionale sarà fondamentale in questa ottica. Se prende in mano la squadra, Oddo ha concrete chance di restare in Serie A. I dubbi sono sulla condizione fisica di Aquilani, ma la sfida dell’Adriatico di domani sera con l’Inter ci darà già importanti indicazioni a riguardo. SUDAMERICA A Palermo le speranze salvezza sono appese ai piedi del brasiliano Bruno Henrique, ex capitano del Corinthians, unico vero colpo di Zamparini in un’estate difficile. Anche lui è un play e potrebbe esordire subito stasera col Napoli, sebbene abbia avuto qualche noia fisica in settimana. In una squadra di giovani, un innesto di personalità. Come quello di Diamanti, alla prima in rosanero. Mentre il giovane Embalo, con l’arrivo di De Zerbi, finalmente dovrebbe avere la sua vetrina dal 1’: fine dell’«embargo» ballardiniano. Giovane (classe 1995) è anche l’argentino Giovanni Simeone, vice­Pavoletti al Genoa. Il suo impatto sulla squadra sarà logicamente minore, dato che Juric ha già il suo centravanti titolare. Ma il figlio del Cholo è giocatore eclettico e tignoso, che può riciclarsi anche da seconda punta o esterno d’attacco. E se Ocampos non si dà rapidamente una svegliata… QUALITÀ A Udine avevano bisogno come il pane di qualità in mezzo al campo. Iachini non si è fidato da subito di Lodi, così dal Gent è arrivato Sven Kums, centrocampista belga 28enne. Uno che l’anno scorso ha giocato (e molto bene) in Champions. Già con il Milan il tecnico bianconero gli consegnerà le chiavi del gioco. Occhio però, non è il solito regista: oltre a distribuire palloni, sa buttarsi come pochi nello spazio. I 12 gol (più uno nei playoff) nel campionato belga sono lì a testimoniarlo. Qualità da vendere ne ha anche Luis Alberto, esterno d’attacco della Lazio. Uno dei tanti talenti spagnoli sbarcati a Liverpool (leggi alla voce Suso) per volere di Rafa Benitez. Solo che l’allenatore madrileno se ne andò poco dopo e Luis Alberto, proprio come Suso, si sentì come un pesce fuor d’acqua nel Merseyside. Lo scorso anno il prestito al Deportivo La Coruña e la rinascita, a forza di giocate d’autore. Non partirà dal 1’ contro il Chievo, raccontano sia in ritardo di condizione, e con il reintegro di Keita e la concorrenza di Felipe Anderson sarà dura farsi largo. Lo aspettiamo al varco.”.