“Sfatare il tabù per rivedere la luce in fondo al tunnel. C’è un Barbera che deve tornare fortino, dopo otto sconfitte interne consecutive. La vittoria sul Genoa ha interrotto l’emorragia dei nove k.o. consecutivi, la sfida da dentro o fuori col Pescara deve servire per tamponare quella di uno stadio sempre violato. Lo impongono le ambizioni di rilancio che hanno consentito al Palermo di lasciare l’ultimo posto proprio agli abruzzesi, ma anche l’esigenza di sfuggire dal record negativo delle nove debacle di fila davanti ai propri tifosi che appartiene proprio al Pescara della stagione 2012’13, quella che vide i biancazzurri retrocedere in Serie B insieme al Siena e al Palermo. Ricorsi storici da evitare, così come i primati di cui non andare fieri. UN’ALTRA STORIA Dopo la buona prova di Firenze i rosanero non sono riusciti a trovare i giusti equilibri mentali per evitare la sconfitta col Chievo. Questa volta i presupposti sono diversi. «A Firenze si era perso e l’approccio mentale alla gara col Chievo è stato diverso da quello che può essere quello con il Pescara – spiega il tecnico Eugenio Corini . Le otto sconfitte in casa non possono essere un macigno perché questa squadra deve avere la forza di pulire tutto quello che c’è stato. Prima era tutto negativo, questa volta è stato molto positivo. Come abbiamo preso energia negativa dalle sconfitte, dobbiamo ora tramutare in forza positiva quello che è successo a Genova per alimentare un senso di autostima senza, però, scadere nella superficialità perché sarebbe un grande errore». C’E’ UN’ANIMA Corini ha lavorato sulla testa dei suoi giocatori fin dal fischio finale di Marassi per preparare al meglio il match contro il Pescara. «Ho fatto esultare i ragazzi come era giusto che fosse, poi ho spiegato che i miracoli accadono e noi abbiamo creato le premesse, però una squadra che non vuole retrocedere non può subire tre gol. Lo stimolo che ho cercato di dare ai ragazzi ha avuto risposte straordinarie. Poi, ripresa la preparazione ho detto che dall’esultanza del giorno prima si capiva tutto lo spirito di una squadra vera. Il voler condividere con tutti una gioia così importante vuol dire avere un’anima. Una squadra senza anima non può giocare a calcio. Adesso c’è una luce in fondo al tunnel, anche se è flebile e lontana». Oltre che nell’anima il Palermo confida nell’apporto del proprio pubblico. «E’ stato straordinario contro il Chievo, ora mi aspetto qualche tifoso in più con il Pescara. Devono diventare la nostra arma. Ringrazio quelli che ci hanno accolto alle tre di notte al rientro da Genova, questo certifica che quando dai qualcosa la nostra gente risponde»”. Questo quanto riportato da “La Gazzetta dello Sport”.