L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Bari e sulla gara contro il Palermo in programma venerdì.
Già due sedute alle spalle per il Bari in vista dell’anticipo di venerdì a Palermo. Palestra e lavoro sulla fase offensiva ieri mattina, con Marino che per stare accanto alla squadra ha rinunciato all’impegno a Coverciano per la “Panchina d’Oro”. Il tecnico in Sicilia dovrà fare a meno di Benali per squalifica, assenza pesante.
E ora la panchina di Pasquale Marino scricchiola. Sarà decisiva la prova di Palermo nel’anticipo di venerdì? Un malaugurato bis di quanto (non) si è visto contro la Reggiana, porterebbe probabilmente a un epilogo inevitabile. Perché con il tecnico siciliano non c’è stata la svolta, auspicata al momento dell’esonero di Mignani. Prima di tutto sul piano dei risultati. L’allenatore della promozione aveva infatti ottenuto 10 punti nei primi 9 turni (con una media di 1,11 a partita).
La squadra sotto la guida di Marino invece ne ha conquistati 17 in 13 partite (a una media di 1,30), ma con un bonus quantomeno teorico: ha giocato una gara in più al San Nicola, rispetto al primo Bari che ne aveva giocata una in più in trasferta. A prescindere dai numeri – che comunque sono in definitiva il giudice supremo – i progressi sul piano della manovra con il cambio di allenatore si sono evidenziati soltanto a tratti. Fino alla sorprendente involuzione di sabato scorso. C’è di più. Sovente gli, inevitabili, cambi operati dal tecnico sono apparsi un tantino tardivi. Senza contare un punto interrogativo che può condizionare non poco il futuro immediato dei biancorossi: perché mai ora il fiato del Bari appare così corto?