Gazzetta dello Sport: “Balogh, il gigante del Palermo: «Ho studiato Gilardino ma mi ispiro a Ibra»”

“Troppo alto? Troppo magro? Sabato dopo la prima amichevole, Ballardini è andato controcorrente e ha giudicato così quel giovane ungherese lungo come una pertica: «Guardate che non è tanto gracile come sembra, difficile spostarlo quando decide di puntare i piedi in area». Norbert Balogh, 20 anni, 1.97 per 80 chili scarsi, la torre della Serie A davanti a Donnarumma, Diego Lopez e Ranocchia, un centimetro in meno. Il Palermo l’ha preso dal Debrecen per 2,2 milioni, ha firmato un quadriennale a 250 mila euro a stagione. Ballardini è pronto a scommettere sul ragazzo nato a Hajduboszormeny, nel nord­est dell’Ungheria: arrivato in gennaio, 4 presenze e uno sconfortante debutto in A (sconfitta 4­0 col Genoa), sa che, partito l’ex campione del mondo, questa sarà la sua grande occasione. Sperando di non ripetere le gesta di un altro gigantesco attaccante, il danese Makienok, 201 centimetri, transitato da Palermo nella stagione 20142015 senza lasciare tracce. TRA GILA, IBRA E CAVANI Certo è che i piedi sono abbastanza educati. «In questi mesi ho cercato di imparare molto da Gilardino, studiandolo con attenzione in allenamento – spiega –, so che tra noi c’è un abisso. Io sono qui per crescere». Il presidente Zamparini ha voluto esagerare paragonandolo a Cavani: «Un onore, perché è uno degli attaccanti più forti del mondo e ha fatto la storia del Palermo». In realtà il suo modello di riferimento è Ibra per «come prepara la partita, per l’importanza che dà alle motivazioni» e non ha mai considerato un handicap sfiorare i due metri: «Un punto di forza essere molto più alto dei difensori, che restano spiazzati da certi movimenti». Mai pensato neppure di tentare la fortuna col basket: «Ho in testa il calcio da quando avevo 5 anni». RITORNO A CASA Venerdì non sarà un giorno banale: si gioca un’amichevole in Ungheria, contro il Balmazujvaros, che nell’occasione inaugurerà il nuovo stadio. Sarà festa per Balogh che si aspetta il tifo ad personam di amici e parenti. Da Debrecen alla Sicilia, dal freddo al caldo, il salto è stato notevole: «Certo, due realtà completamente diverse, a Palermo la gente è molto appassionata, mi riconosce e mi ferma per strada per chiedere l’autografo anche se ho giocato così poco (aveva chiuso un campionato e mezzo in patria con 5 gol in 33 gare, ndr)». Di sicuro, titolare o no, uno come lui ha il vantaggio di non passare inosservato”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.