“Di quando i difensori sono costretti ad attaccare. Già, perché la miglior difesa della Liga se vuole conquistare la semifinale deve uscire dalla grotta, l’Atletico battere il Barcellona dopo il 21 sofferto all’andata. CONTROLLO EMOZIONALE Per farlo dovrà cercare di misurare la carica elettrica somministrata dal Cholo: «Mantenere il sangue freddo? Tutto il contrario» ha detto ieri Simeone. Che evidentemente non ha paura di finire di nuovo in 10 o in 9, come nelle ultime 2 sfide coi catalani, due sconfitte per 21 al Camp Nou. Gabi si che ci pensa: «Una delle chiavi sarà riuscire a controllare le emozioni», ha obiettato il capitano. Ha ragione, perché a parità di effettivi l’Atletico ha dimostrato di potersela giocare senza problemi col Barça. Nelle due gare appena citate era passato in vantaggio con Koke e Torres, salvo farsi rimontare e sconfiggere una volta rimasto in inferiorità. Se per l’Atleti di Simeone attaccare non è una priorità nel senso più stretto del termine, quello declinato imponendo il proprio gioco all’avversario, impadronendosi della palla e non lasciarla quasi mai e via dicendo nella coniugazione del tikitaka catalano, è innegabile che il Cholo sa come far male agli avversari. SENZA TORRES Nelle 47 gare stagionali l’Atletico ha segnato in 39: poi ci sono sei 00 e due sconfitte per 10. Di sicuro i fedeli del Calderon tirati su in costante carestia e poco abituati alle messi di ogni tipo (successi, gol, milioni) sanno come far fruttare ciò che mettono sulla tavola. Rispetto all’andata il Cholo non avrà Fernando Torres, espulso per colpa di una di quelle dosi eccessive di elettricità di cui si parlava prima e squalificato proprio quando aveva trovato
la forma dei giorni migliori. «Se non mi avessero espulso avremmo vinto», ha ribadito con postumo rammarico alla Cadena Ser lunedì notte. Per sostituirlo le opzioni sono il duttile Ferreira Carrasco, ottimo al Camp Nou ma il primo a uscire per il sacrificio tattico deciso dal Cholo, o il giovane Correa, punta dal talento ancora crudo. INTENSITA’ E CONTATTO A occhio giocherà il primo, intanto ieri Simeone ha dispensato il suo abituale slogan: «Essere dell’Atletico vuol dire essere perseverante e competitivo, lottare e non dar nulla per perso anche quando si affrontano squadre migliori di noi, La nostra forza è proprio quella di sapere che sono meglio di noi ma che siamo in grado di poterli superare. Per farlo dovremo portare la partita sul nostro territorio: intensità e ovviamente contatto. Poi le gare si vincono segnando un gol in più degli altri. L’atmosfera sarà eccezionale però non sorprenderà i giocatori del Barça». Dovranno farlo i giocatori dell’Atletico: segnare e poi difendersi, per continuare a sognare europeo. BARCELLONA Tre ceri con i nomi di Messi, Suarez e Neymar e un articolo di un’opinionista invitata, Suor Lucia Caram, occupano la prima pagina di Sport insieme al titolo: «Ci affidiamo a voi». GRANDI NUMERI La prima religiosa del quotidiano sportivo catalano ricorda anche la montagna di gol (231) segnati in questi due anni dal tridente blaugrana (122 fino a giugno 2015 e 109 in questa stagione) e il buon numero di titoli (5 su 6) vinti dal Barça grazie a quelle stesse reti. Bei santi a cui votarsi. E infatti anche sul Mundo Deportivo ieri hanno aperto ricordando che nelle 7 vittorie su 7 ottenute dal Barça di Luis Enrique sull’Atletico di Simeone in queste due stagioni la MSN ha fatto 13 delle 14 reti: 4 Suarez e Neymar, 5 Messi. Che quando vede biancorosso si eccita parecchio: 25 gol in 29 sfide coi Colchoneros, vittima prediletta, 10 in 13 al Calderon, secondo stadio preferito dopo il Bernabeu. PECCATI Accesi i ceri e sgranate le cifre, per Luis Enrique e il suo magico tridente restano però questioni decisamente più terrene. E qui qualche peccato da confessare ultimamente c’è. Anche perché, come ha detto ieri lo stesso tecnico nella conferenza stampa di vigilia: «Noi miriamo alla perfezione, la squadra è preparata per l’atmosfera che ci attende». Perché come tutte le macchine a trazione fortemente anteriore il Barcellona grippa se i tre davanti non aiutano i compagni dietro. Per due terzi della stagione la MSN si è dimostrata solidale e letale: pronta a dare una mano e se proprio erano giornate di pigrizia mascherava la cosa con giocate da biliardo e gol da favola. A grappoli. Però in questi ultimi 10 giorni ecco che i peccatucci veniali sono diventati problemi strutturali: i 3 segnano e soprattutto partecipano molto meno. MESSI A SECCO Neymar rispetto alla prima parte della stagione ha dimezzato reti e dribbling, Messi ha infilato per la prima volta in stagione 4 partite senza gol. Per uno che viaggia a una rete a partita e sta aspettando il gol n. 500 tra club e Nazionale è inusuale. Anche perché in queste 4 gare, pari col Villarreal, sconfitte con Real Madrid e Real Sociedad e sofferto successo europeo con l’Atletico, Leo non ha fatto nemmeno un assist. Resta fedele solo Suarez, che per la verità sta giocando male però nell’andata contro Simeone è passato dall’essere il peggiore dei suoi alla doppietta decisiva. Luisito doveva essere espulso perché ha elevato di un punto o due il grado di violenza delle sue abituali sportellate, è stato graziato e stasera sarà di nuovo li a litigare con i difensori avversari. Messi invece ha affidato a Facebook la sua arringa: «La nostra mentalità è sempre la stessa. Lavoriamo tutta la stagione per arrivare in fondo per vincere qualcosa, continuiamo a credere in noi stessi»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” in merito alla sfida di questa sera tra Atletico Madrid e Barcellona.