Gazzetta dello Sport: “Arbitri, parola di rigore. Il presidente Nicchi annuncia: «Interviste dopo la gara. Dal prossimo campionato di A, alcuni di loro potranno parlare»”

“«Il rigore non dato? Dalla mia prospettiva il contatto sembrava poca cosa. Ecco perché non ho fischiato». Un post partita qualunque del prossimo campionato di A. In sala stampa arriva l’arbitro: si siede e racconta la sua versione. In modo semplice e diretto, cercando di spiegare il dietro le quinte di un possibile errore. Fantascienza? No, perché salvo retromarce non auspicabili, la rivoluzione è ormai dietro l’angolo. Ad annunciarla è stato Marcello Nicchi, il presidente dell’Aia, durante la trasmissione «Gr Parlamento-La politica nel pallone», condotta da Emilio Mancuso. Ecco le parole della svolta: «Far parlare gli arbitri dopo la partita? Non ci siamo lontani, il clima è cambiato. Dobbiamo continuare a smorzare ogni polemica inutile: la prima cosa da rimuovere è che possano parlare prima che si sia espresso il giudice sportivo, senza interferire sulle sue decisioni. Dalla prossima stagione si può cominciare di sicuro, in via sperimentale, in alcune partite». FUTURO Insomma, i direttori di gara smetteranno di essere afoni, ma non aspettiamoci di vederli tutti di colpo disponibili ai cronisti: come riferito da Nicchi, sarà fatta una selezione. A parlare saranno in primis i più esperti, abituati alle domande e quindi meno vulnerabili. Sarà difficile, poi, che l’autorizzazione arrivi dopo una gara ricca di episodi contestati. Certo, l’interesse a sentire il punto di vista dell’arbitro è più alto quando ci sono situazioni controverse. Come accaduto di recente in Germania, quando dopo il rifiuto del tecnico Roger Schmidt (Bayer Leverkusen) di uscire dal campo, Felix Zwayer ha spiegato le sue ragioni ai giornalisti. Per tornare in Italia, uno Juve-Inter tipo quello di domenica sera si sarebbe prestato benissimo alla sperimentazione: Gianluca Rocchi (lodato da Nicchi) ha diretto con poche sbavature e in un clima positivo. E avrebbe potuto completare la sua serata svelando, per esempio, i motivi che lo hanno portato prima a non fischiare il possibile fallo di Morata su Miranda e poi il rigore (evidente) per i bianconeri. MOVIOLA E DINTORNI Il presidente dell’Aia ha inoltre affrontato la questione di un’altra sperimentazione: la tecnologia in aiuto agli arbitri. Ifab e la Fifa di Infantino potrebbero presto aprire la nuova frontiera. «Se ne può parlare – ha precisato Nicchi – per vedere se la palla è uscita dal fondo o dalla linea laterale oppure se un fallo è avvenuto dentro o fuori area. Insomma, tutte situazione di gioco fermo. Sul resto sono scettico. Mentre auspico che l’Ifab cambi la tripla sanzione: sul rigore, il rosso automatico al portiere è una schifezza. L’ho sempre detto. E anche il fuorigioco deve essere semplificato: in Italia abbiamo degli assistenti che sono dei fenomeni, ma la regola è stata snaturata ed è impossibile da applicare»”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.