E’ durata 528 giorni, 30 partite e solo tre gol, l’esperienza al Toro di Amauri. L’attaccante italo-brasiliano ieri ha risolto il contratto che lo legava alla società granata fino a giugno. Amauri sbarcò dal Parma sulla sponda granata di Torino il 1° settembre 2014, con il compito gravoso di sostituire quel Cerci appena partito per la Spagna. Aveva già 34 anni suonati Amauri e – nonostante un contratto «pesante», un biennale da 800 mila euro netti a stagione – il peso delle 14 stagioni disputate in Italia si fece sentire subito: il rendimento lasciò fin dall’inizio parecchio a desiderare. Il debutto il 14 settembre a Marassi, una mezz’ora di inutile battaglia nella giornataccia che lasciò campo libero alla Samp di Mihajlovic. Da quel momento Amauri giocò male le chance concesse da Ventura fino a diventare l’attaccante principe del girone eliminatorio dell’Europa League (due gol in casa contro l’Helsinki e a Copenhagen). Un anno fa, l’arrivo in granata di Maxi Lopez fu il segnale definitivo che il Torino guardava altrove. Amauri: tanta grinta ma un unico gol in campionato realizzato 12 mesi fa alla Samp nel 5-1. Quest’anno, poi, due gettoni da comprimario, 8 minuti in campionato e 31 in Coppa Italia contro il Cesena. Un mese fa, l’arrivo di Immobile gli ha chiuso definitivamente la porta: escluso dalla lista dei 25, non reinserito nonostante le cessioni di Prcic, Pryyma e Quagliarella. I no a Modena e Latina e ieri la risoluzione. Il futuro può essere in Brasile: Vasco da Gama e Flamengo.