“Una ora e mezza di sussulti, attacchi, con l’ennesima genialata di Coronado e un tiro di Valzania, imparabile per la deviazione di Chochev. È la classica gara romanzone: debutta Pillon, rigenera la manovra del Pescara, ma la difesa ha le crepe di sempre. L’ex Brugman guida la rinascita, però si fa parare il rigore dell’1-2 e non sarebbe stato un furto. Al Palermo va di lusso: soffre, ma sale al secondo posto. Oggi sarebbe in A. LA CHIAVE La prima di Pillon è da applausi: rispolvera un 4-3-3 ermetico, a ventaglio, con Fiamozzi-Crescenzi altissimi in fase di possesso per ibernare la mediana del Palermo e tenere lontani i guai. Tant’è che i rosanero, dietro, sono spesso coi 5 in linea. Tedino riarretra Coronado, libero di spostarsi ma al pressing contribuisce anche lui. Già nei primi 25’ più Pescara (Pomini su Brugman da fuori al 9’ e 23’), il Palermo vede scivolare Nestorovski su un pallone d’oro, Coronado sfiora l’incrocio su punizione e Rispoli precipitare in area suspinta d’un difensore, ma Fiorillo resta con guanti immacolati. Il Palermo non sbraita con Piscopo (era il quarto uomo a Parma) lavora d’astuzia e tattica però non brilla. LA SVOLTA Ma appena Coronado scambia lato asfalta Coulibaly e Fiamozzi in punta… di piedi. Slalom e palla con leggero effetto tra Fiorillo e il palo lontano. Magia, 1-0, con annesse mollezze difensive del Pescara che avanti è rinato: reazione immediata. Prima Pettinari (finta e tiro radente il palo) poi il pari su palla respinta dalla difesa e che Valzania colpisce al volo con l’aiutino (determinante). Al rientro in campo il Palermo mostra un po’ i muscoli ma va subito in confusione difensiva dopo che Brugman e Mancuso assemblano due ripartenze al veleno e con Pettinari divora – in spaccata davanti la porta – un assist – cross da destra clamoroso. Il Palermo è lento, il Pescara palleggia e vola: Tedino richiama Coronado in panca, immediatamente Rajkovic frana su Mancuso, in area: dal dischetto Brugman si fa ipnotizzare e Pomini para, respingendo poi 5’ dopo su punizione di Machin (subentrato). Gnahoré e Moreo, cambi di Tedino, graffiano solo nel recupero. Moreo di testa (salva Crescenzi) e sassata di Gnahoré parata. Ma è tardi per ribaltare tutto, e quel punto ti piazza comunque virtualmente in A”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.