Gazzetta dello Sport: “All’Inter piace la tabellina del 3. La Fiorentina è nel mirino, Palermo a fondo”
“Fra le tante versioni dell’Inter, che rendono incongrua ed eccessiva la sua stagione, questa è di una sobrietà rasserenante, tanto che addirittura inchioda il successo dopo nemmeno un’ora. Quasi fosse tornata una combriccola costante, raggiunge la terza razzia consecutiva in casa e, come per dover risarcire di troppe arrabbiature recenti, la banda di Mancini consegna ai suoi clienti una serata dalle palpitazioni in maggior parte positive, in cui gli sbuffi di paura vengono ridotti anche se non cancellati. Riesce insomma a non complicarsi l’esistenza quando tutto sembra alla portata, anche se a fino primo tempo ha tentato di provarci, permettendo al Palermo di avvicinarsi. A 10 giornate dalla fine, la raggiera di possibilità non è più così vasta e, dopo aver rimandato il Milan a distanza, la rincorsa più attuabile è quella a un’estate senza troppi euro-preliminari. Se poi il playoff fosse quello di Champions, distante 5 punti, nessuno si lamenterebbe nell’accorciare le vacanze. I MOTIVI Al momento Mancini si accontenta di non sentire lamentele e critiche per le decisioni tattiche, perché cambia la terza impronta in una settimana e nonostante alcuni rischi le soluzioni offensive prevalgono sulla cautela nell’altra fase. Per la terza partita interna consecutiva, Juve compresa, i nerazzurri segnano 3 volte e nelle esultanze di questo match entrano sempre i 4 d’attacco, come realizzatori o rifinitori. Perché stavolta l’allenatore disegna un 4-2-3-1 senza danneggiare l’identità di squadra, dato che finora raramente era stata trovata. Anzi confonde il Palermo con le giravolte sulla trequarti, dove Palacio e Ljajic si cambiano continuamente la posizione e si rallegrano della muraglia di cartone umidiccio che devono trapassare: basterebbe un dito per forarla, loro usano i triangoli larghi o la fuga palla al piede, tanto nessuno disturba, vedi l’1-0 del serbo. L’Inter non ha necessità di giocare soltanto largo, dove l’unica ala vera è Perisic, ma può scegliere come entrare: il Palermo difende a cinque senza il minimo di elasticità e davanti all’ultima linea è abbastanza semplice saltare le tagliole arrugginite di Maresca. Comunque visto che gli esterni devono essere sollecitati, dopo la figurona (con eliminazione) contro la Juve, è da destra che spunta il servizio per il raddoppio di Icardi e il tris di Perisic. INTER SU E GIÙ Sul 2-0 dopo soli 23’, contro la peggior difesa nei primi tempi (23 reti prese) e la seconda in assoluto, la domanda è naturale: riusciranno gli interisti a rovinarsi l’umore? Sì, per alcune latitanze sulle fasce, soprattutto a sinistra dove manca anche il sostegno dell’interno, perché Kondogbia sbaglia troppo e perché, quando gli ospiti si sganciano dal cinque difensivo, sono in sovrannumero in mezzo, contro due soli avversari. Vedi così l’agevole volata di Rispoli che offre il 2-1 a Vazquez. Ma la qualità e i movimenti degli attaccanti interisti producono poi l’allungo. Icardi, che tocca quota 12 al ventesimo tiro in porta in questo torneo, esibisce poi alcune escursioni fuori area che lo portano all’assist; Perisic è più monotematico, però fa spettacolo con il tuffo di testa che gli vale la prima rete a San Siro in campionato. E Palacio-Ljajic non si affezionano a una porzione di prato ma si fanno trovare ovunque, anche a centrocampo. Gli imprevisti, come la febbre di Handanovic (Carrizo se la cava due volte), e le pause per stanchezza (Brozovic entra dopo, Eder no), non sfigurano l’Inter che trova un aspetto accettabile. PALERMO RISCHIA Tra il frullio di allenatori e la determinazione di chi sta sotto, il Palermo si trova adesso a un solo punto dalla linea della retrocessione. E Iachini, un punto in tre gare dopo il suo ritorno, domenica incrocerà il Napoli. Il rientro di Sorrentino non aiuta, soltanto dopo i tre gol il portiere riesce a impedire altre baldorie. Ma è la sistemazione difensiva complessiva a non reggere, come impostazione e come carattere. Quasi come sapesse che qui è impossibile passare, dato che non ce l’ha mai fatta in 28 incontri di campionato, il Palermo è già a terra dopo nemmeno mezz’ora. Potrà risollevarsi se Vazquez sarà più continuo, oltre che squisitamente tecnico, se riuscirà ad elevare la ferocia nel proteggersi e nel capire quando l’avversario rifiata e concede l’occasione. Ma sul fondo i verdetti non sono già scritti come forse pensava”. Questa l’analisi dell’odierna edizione de “La Gazzetta dello Sport” in merito al match vinto ieri sera dall’Inter contro il Palermo.