Gazzetta dello Sport: “Alle radici di Corini: alla Voluntas come Pirlo. Un Genio sin da piccolo”

“Quando a Corini diranno che il Palermo è una squadra da oratorio, Eugenio sorriderà perchè lui ha cominciato proprio lì. La storia calcistica di Corini comincia sulla spiaggia di Igea Marina a 7 anni, dove incontra i ragazzi di Bagnolo Mella, il suo paese in provincia di Brescia, molti di loro, tutti più grandi di lui, giocano nella squadra dell’oratorio San Luigi, La Fionda. Il piccolo Eugenio è magrissimo, ma quando lo vedono giocare rimangono incantati. ORATORIO/1 Il suo primo allenatore, Giuseppe Catina, ascolta i ragazzi della sua squadra: «Quel ragazzino è un fenomeno». E così Corini diventa uno de La Fionda. Ma è troppo piccolo perchè nel campionato pulcini si giocava dagli 8 ai dieci anni e così Corini non può essere tesserato nè disputare il campionato, quindi soltanto amichevoli. Eugenio è impaziente, minaccia di andare alla Bagnolese, la squadra principale del paese. Finalmente eccolo in prima squadra. «Si vedeva prima il pallone e poi lui, ma quando lo prendeva non glielo toglieva più nessuno» raccontava anni fa Catina. Per le trasferte nei paesi vicini si va in bici. «Eugenio faceva impazzire gli avversari: dribbling, tunnel. Spesso prendevamo le sue difese perchè ai più grandi non andava giù di essere ridicolizzati da un bambino» è la testimonianza di un suo amico dell’epoca. ORATORIO/2 Ma ormai La Fionda è una realtà troppo piccola per Corini. Passa alla Voluntas Paci di Roberto Clerici, che ha mezzi economici notevoli. Clerici crea un centro sportivo di grandi dimensioni e crea col Brescia un rapporto di collaborazione che dura ancora adesso. Dalla Voluntas escono Pirlo, i Filippini, Baronio, Bonazzoli. E Clerici ha confidato che Corini, secondo lui, era più bravo di Pirlo. 1981, GOTEBORG. La Voluntas partecipa ad un torneo internazionale: 50 campi, squadre di tutto il mondo, si gioca dalla mattina alla sera. Corini ha 11 anni, al torneo sono ammessi i giocatori nati dopo il primo agosto 1970. Eugenio però è nato il 30 luglio: ancora una volta l’età diventa un ostacolo. Gli svedesi chiudono un occhio, ma non per la finale cui accede la Voluntas. Corini assiste in lacrime alla partita da bordo campo, ma avrà una grande soddisfazione: viene premiato come miglior giocatore del torneo. Chi rimane conquistato dal giovane Eugenio è Gunnar Gren, lo svedese del leggendario Gre­No­Li del Milan anni 50 IN PISCINA Clerici si prende cura di questo ragazzino esile. Lo accompagna in piscina a Flero, un paese vicino, perchè Eugenio deve irrobustirsi camminando in acqua. Con lui c’è un altro ragazzino della Voluntas, che passerà al Brescia e si suiciderà nel 1995. A casa si allenerà con la cyclette per irrobustire i muscoli. Eugenio continua a frequentare la scuole, alle medie è uno dei più bravi. E il professore Giuseppe Alberghina, originario di Piazza Armerina, lo ricordava come “un ragazzino diligente, che dimostrava di essere più maturo degli altri”. E nei tre anni delle medie i professori di educazione fisica sostenevano che Eugenio fosse troppo magro per fare sport, Alberghina riesce a convincerli del contrario AL BRESCIA Il passaggio alla Primavera del Brescia è naturale. L’allenatore Guido Settembrino, che ha scoperto Baresi e Vialli, un giorno rimanda a casa Corini e altri due perchè non gli piaceva il comportamento di Eugenio, che soffre molto la decisione del tecnico. Ma a casa non trova la consolazione che forse si aspettava. Papà Carlo gli dice che l’allenatore va sempre rispettato. E la famiglia interviene anche quando Corini smette di studiare: bici fino alla stazione, treno per Brescia, pulmino della società, allenamento. E ritorno. Non c’è tempo per lo studio: i genitori non lo ostacolano, ma Eugenio non può fare soltanto il calciatore e così aiuta nel negozio di frutta e verdura della sorella Anna. I DUE CAPITANI Ad agevolare l’ingaggio di Corini è stato Mimmo Di Carlo, allenatore dello Spezia, capitano del Palermo della ricostruzione. Caramanno gli affida la fascia, in un primo tempo assegnata a Carrera e Di Carlo resta a Palermo per tre stagioni dal 1987 al 1990 e poi seguirà il tecnico di Piana degli Albanesi a Vicenza: sono queste esperienze a far maturare al centrocampista l’idea di diventare allenatore. Col sogno di tornare a Palermo, dove è nata la sua prima figlia. UNO DI NOI Delle quattro stagioni al Palermo dal 2003 al 2007 si è detto tutto. Corini è entrato subito nel cuore dei tifosi rosanero. E’ diventato uno di loro. Lo è stato fisicamente la sera della promozione in A, il 29 maggio 2004, quando ha assistito dalla curva (era infortunato) alla partita con la Triestina per poi correre in campo assieme ai compagni nel momento del trionfo.Signor capitano si fermi qui, cantava Iva Zanicchi. Lo cantano adesso i tifosi del Palermo”. Questo quanto si legge sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.