L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul Palermo e in particolar modo su difesa e centrocampo.
C’è un muro di cinta da ridefinire, una protezione da perfezionare. Il match con il Benevento in caso di vittoria, consentirebbe al Palermo di conseguire la salvezza praticamente aritmetica e rilanciare le ambizioni in ottica Plavoff. I tre gol gli incassati a Venezia sono l’ennesimo allarme difensivo di questa stagione. Al netto degli errori madornali andati in scena. Con quella del Penzo, infatti, sono diventate 8 le gare in cui i rosanero hanno subito 3 reti. Troppe per una squadra che studia per diventare una grande, molte per una formazione che vuole misurare le proprie potenzialità in chiave promozione già da questa stagione. C’è da dire che. di queste debacle difensive, sei sono avvenute in trasferta e soltanto due in casa con Ascoli e Pisa. E qui arriva in soccorso il rendimento al Barbera in termini di gol al passivo degli uomini di Corini, 13, che fa da contraltare a quello esterno, 29.
Gli arrivi di gennaio hanno alzato il tasso tecnico e spinto il tecnico a privilegiare il palleggio. I gioco è migliorato ma l’andamento delle ultime dieci pane è stato da plavout. È logico che con con un giocatore della caratura di Verre qualcosa dovesse cambiare a beneficio della fase offensiva che era quella più carente In termini di produttività nel periodo della striscia positiva. Corini in casa con il Cosenza ha provato a cautelarsi inventando Segre esterno di destra, racimolando uno 0-0 scialba, A Venezia, invece, ha riproposto Valente su quel lato trovando il gol dopo pochi minuti. ma perdendo una partita che avrebbe potuto vincere. Non c’è una sintesi definitiva mentre persisterà il dubbio, in una gara in cui non è consentito sbagliare per evitare un finale sofferente, se bisognerà privilegiare la copertura degli spazi oppure la fase offensiva. La differenza la farà anche la scelta degli interpreti a centrocampo.