“Il colpo è durissimo perché inatteso, e la reazione è rabbiosa. Il Parma non ci sta e nel comunicato ufficiale parla di «sgomento» e «sconcerto» per aver appreso di essere accusato di tentato illecito. «Non riusciamo a concepire come testo e tenore dei messaggi possano integrare una fatti specie così grave e siamo convinti che chi dovrà giudicare lo farà nel rispetto delle norme, della giustizia e del buon senso. Il Parma continua a nutrire la massima fiducia nella Giustizia Sportiva, ma chiede che la verità venga stabilita nel modo più rapido possibile, per rispetto nei confronti del club e dei suoi tifosi». Nella nota si ricorda inoltre che nessun dirigente del club emiliano è mai stato convocato dagli inquirenti e si «auspica che, come sono stati resi pubblici molti dettagli delle indagini, possano essere resi pubblici,
da subito o al termine del procedimento, anche i testi dei messaggi, affinché tutti gli sportivi italiani possano avere contezza degli stessi».
AZIONE A Parma sono convinti che non si possa perdere la A per un paio di messaggini «goliardici» (Ceravolo, autore del terzo «whatsapp», non è stato nemmeno deferito). Ma il club percepisce un senso di accerchiamento: «Già nel recente passato, il Parma ha dovuto sopportare danni di immagine in ordine ad accuse infamanti rivela tesi infondate, senza ricevere tutele (riferimento alla vicenda delle scommesse post Parma-Ancona del 2017, ndr). Nelle ultime settimane sta assistendo a un crescendo di dichiarazioni aggressive e insinuanti da parte di tesserati e dirigenti di altre società, senza che nessuno abbia censurato questi comportamenti o mosso un dito. Il Parma non è mai entrato a far parte di questo circo. Continuerà a starne fuori. Ma non ha alcuna intenzione di partecipare a un processo mediatico, dove giorno dopo giorno si alternano notizie contrastanti e la Società si ritrova ad apprendere dai giornali l’evoluzione dell’inchiesta. Per primi vogliamo chiarezza, giustizia e rispetto delle norme». Il sospetto, a Parma, è che qualcuno da fuori stia soffiando sul fuoco, magari forte di appoggi all’interno della stanza dei bottoni. Non resta che il tempo dell’attesa: il più lungo e il più logorante”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de la “Gazzetta dello Sport” in merito all’accusa subita dal Parma per illecito sportivo.