Gazzetta dello Sport: “Addio supplementari, subito rigori al 90′. L’Uefa ne parla”

Db Udine 30/06/2019 - Europeo Under 21 Italia 2019 / Spagna-Germania / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aleksander Ceferin

Secondo “La Gazzetta dello Sport”, nonostante i dibattiti sull’abolizione dei tempi supplementari nelle competizioni di calcio per alleviare il calendario soffocante, la tradizione dei tempi extra rimane saldamente in piedi. Mentre l’UEFA non ha piani immediati di rimuovere questa pratica, la discussione continua tra i club, con opinioni divergenti su come procedere. I supplementari, che aggiungono emozioni alle partite eliminando il vantaggio del gol in trasferta, sono visti da molti come un elemento essenziale del calcio, nonostante le proposte di alcuni per eliminarli per motivi di equità o fatica dei giocatori.

Non toglieteci i supplementari, per favore. Cosa sarebbe la storia del calcio senza la partita del secolo, Italia-Germania 4-3, Rivera e Riva che si abbracciano, la voce di Nando Martellini che vibra ancora nei nostri cuori? Al massimo, il ricordo sbiadito di un 1-1 vuoto d’emozioni, due squadre stanche e senza respiro per l’altitudine, il replay il giorno dopo. La finale persa con il Brasile ha fatto meno male perché il Mondiale messicano l’abbiamo vinto anche noi. E qualcuno ha dimenticato Argentina-Francia 4-3, l’ultima finale mondiale a Doha, il più bel match degli ultimi decenni?

Calendario pieno L’album dei ricordi personali deborda di emozioni. D’accordo, era il Mondiale, erano le nazionali, e la Fifa, a quanto è dato sapere, non è neanche sfiorata dall’idea di cancellare i tempi extra per passare direttamente ai rigori. Ma all’Uefa, quindi coppe europee e club, se ne sta parlando. La notizia è uscita qualche settimana fa sul Guardian. Il tema sullo sfondo è quello noto, il più serio del calcio moderno, e non si può risolvere con la goal-line technology: il calendario soffocante.

Problema “tagli” Si gioca di più, tanto, troppo, e in questa recita pirandelliana ognuno interpreta la sua parte. Un gioco di ruolo. I giocatori protestano, ma fanno finta di non sapere che sono i loro stessi club quelli che hanno preteso una Champions con due o quattro partite in più oppure hanno detto “sì” a un Mondiale per club che prometteva più lingotti d’oro di quelli che saranno effettivamente distribuiti. Ma il tempo è tiranno come mai. Alla fine della stagione, il contachilometri dei top player va in tilt. Se non si possono ridurre le partite, i tagli vanno fatti altrove. Quello dei supplementari sarebbe indolore dal punto di vista regolamentare: dopo il novantesimo, i rigori. Vince chi segna di più, o chi si emoziona meno.

Nessun progetto Ora, meglio sgombrare il campo da equivoci. Non c’è nessun progetto per togliere di mezzo i tiri dal dischetto. Neanche un’agenda, un “file” aperto. Semplicemente l’Uefa chiederà al Club Competition Committee presieduto da Gravina, la commissione delle squadre con cui si interfaccia sui tornei, che cosa pensa di un’eventuale novità. Un giro di consultazioni, si direbbe in politica. Alcuni club ne hanno parlato tra loro, informalmente, e hanno opinioni diversissime. Anche all’Uefa tanti amano la tradizione. I supplementari per la verità sono stati eliminati nel 2023 dalla Supercoppa europea, ma è agosto e non è Champions. Se mai qualcosa succederà, ed è un se bello grosso, i tempi saranno lunghi.

Vecchio discorso Di abolizione dei supplementari si parla da tempo. Ne aveva accennato Zvone Boban quand’era consigliere del presidente Uefa Aleksander Ceferin. Boban, ex calciatore, è sempre stato molto sensibile alle fatiche dei suoi “colleghi”. Qualcuno ha anche suggerito che i supplementari potrebbero essere soppressi per ragioni di equità, visto l’indiscutibile vantaggio alla squadra di casa. Oggi, però, il privilegio di ospitare il ritorno nel proprio stadio è anche effetto dei risultati, spetta alle teste di serie. E comunque anche i rigori non si tirerebbero di sicuro nel più neutrale dei silenzi.

Gol in trasferta Non è che negli ultimi tempi i supplementari siano stati chissà quale flagello. Nella scorsa Champions appena tre partite sono finite al 120’, Psv-Juve è stata la prima di questa stagione. Significa che sempre meno club impostano la strategia dell’attesa dei rigori, e se la giocano nei supplementari, resi molto più affascinanti da un altro cambio di regola, questo sì benemerito: l’abolizione del valore doppio del gol fuori casa dal 2021. Da allora tutto è cambiato: sfide aperte per segnare il gol in più, non per pareggiare.

Nessun progetto Meglio non trattenere il respiro in attesa di novità imminenti. Il ciclo 2024-27 è blindato, un cambio così importante deve passare per l’Esecutivo. Non c’è fretta. Anche la tv, che alla fine paga tutto, dovrà dire la sua: meglio un evento con tempi sicuri, o preferibile aprire finestre pubblicitarie con gli allungamenti? Per Jonathan Wilson, storico inglese del calcio, «l’abolizione dei tempi supplementari significa inevitabilmente che più partite saranno risolte ai rigori. È davvero questo che vogliamo, più football risolto da qualcosa che è meno football?». Come non essere d’accordo?