Gazzetta dello Sport: “Abodi in allarme per il caso Gravina: «Serve cautela»”

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sul caso Gravina e Abodi in allarme.

Mi preoccupa moltissimo». Sono queste le parole che il ministro dello Sport Andrea Abodi usa parlando del caso Gravina, indagato dalla Procura di Roma per autoriciclaggio a cui dovrebbe accostarsi a breve anche l’appropriazione indebita. «È un tema che va molto oltre», aggiunge a margine del convegno “Lealtà e sostenibilità sportiva” al Coni in cui era stata annunciata anche la presenza del numero uno della Figc, assente per impegni improrogabili in Abruzzo. Abodi ricorda poi di aver «sentito Gravina, anche perché abbiamo problemi quotidiani da affrontare. Quello che emerge dalla cronaca di questo fatto specifico è il dato inquietante, di fronte a questa cifra (dice riferendosi probabilmente al numero di ricerche abusive svolte dagli indagati di Perugia Striano e Laudati, ndr ) servono prudenza e garanzie. La magistratura farà la sua parte, io sono contrario ai tribunali del popolo e ai processi di piazza, occorre cautela. Bisogna aspettare gli eventi».

L’indagine Aspetta soprattutto il presidente federale. La sua accelerazione sull’iscrizione al registro degli indagati, compiuta presentandosi mercoledì alla Procura con i suoi legali, sicuramente ha stretto i tempi, ma quelli della giustizia ordinaria sono comunque lunghi e la chiusura indagini non dovrebbe arrivare prima di almeno tre mesi. Anche perché i pm romani hanno il loro da fare: sono cinquanta i file presenti nel fascicolo su Gravina. Il dossier acquisito abusivamente evidenzia un nesso tra l’appalto del 2018 per i diritti tv della Lega Pro (di cui era presidente) e i 350 mila euro versati come opzione sull’acquisto della sua preziosa collezione di libri: il manager per anni dominus dei diritti televisivi sportivi Marco Bogarelli, scomparso nel 2021. Secondo quanto emerge dalle carte era stato lui a favorire l’accordo tra Lega Pro e Isg Interregional sports group (250 mila euro per cinque anni), promettendo a Gravina utili per 1,45 milioni di euro grazie allo sviluppo di una piattaforma tematica e il canale tv dedicato. Ed è sempre lui il 4 giugno del 2019 a scrivere a quello che nel frattempo era diventato numero uno della Figc per opzionare per 350 mila euro l’acquisto di libri antichi di proprietà del presidente. E nel contratto di opzione – portato all’attenzione dei magistrati anche dalla difesa di Gravina – è presente pure una clausola di riservatezza.