L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” rende omaggio a Nino La Gumina, intervistando i suoi familiari dopo il gol siglato dal palermitano contro il Parma. Ecco quanto si legge:
“Il giorno dopo sembra un giorno come gli altri: sveglia di buon’ora, colazione e subito al campo per l’allenamento. Il primo gol in campionato con la maglia del Palermo non ha scosso più di tanto la routine di Nino La Gumina. Nonostante i complimenti di Zamparini: «Ha fatto un bellissimo gol, un altro l’ha sfiorato. Mi ha fatto piacere – ha detto al sito ufficiale –. Non bisogna pretendere molto da lui, è giovane e ha bisogno di esperienza». Un altro avrebbe festeggiato fino a tarda notte, lui invece ha mangiato una pizza con gli amici più stretti a Mondello e poi è andato a casa. Poco importa che nel giro di una settimana abbia firmato il rinnovo del contratto fino al 2021 e sia andato subito a segno. La sua famiglia lo ha cresciuto così, a dosi di valori e basso profilo. Però basta entrare a casa La Gumina per avvertire l’emozione e l’orgoglio per quanto accaduto il giorno prima. Le foto in giro raccontano di lui e gli occhi di mamma Silvana e di papà Filippo dicono molto di più di quanto non facciano le parole. Entrambi impiegati del Comune di Palermo, hanno lasciato da tempo la città per stabilirsi a Carini. Lì vive anche Nino, la sorella Noemi abita a fianco. Un nucleo unito anche nella parentela che si alimenta dei progressi familiari. Anche a migliaia di chilometri di distanza. Perché il gol di Nino lo hanno visto pure in Afghanistan dove lo zio Salvatores i trova in missione con l’Esercito. «Mio fratello mi ha detto che lo hanno dovuto placcare per come ha esultato – racconta Silvana –. Noi eravamo in tribuna allo stadio e siamo saltati dalla poltrona. Se devo essere sincera, mi sono emozionata di più quando segnò due gol a Benussi con gli Allievi in amichevole contro la prima squadra, anche l’esordio in A contro il Milan non è stato da meno». LA SVOLTA La trafila nelle giovanili, partendo dai Pulcini, ma c’è stato un momento, secondo papà Filippo, in cui si è capito che sarebbe potuto diventare un giocatore professionista. «Quando è arrivato in Primavera – ammette – il suo rendimento è salito, il merito è stato di Giovanni Bosi, che lo ha impostato con prima punta. Gli ha dato un ruolo e i movimenti. Non a caso è stato capocannoniere del torneo di Viareggio nel 2016. Noi possiamo soltanto ringraziarlo, così come l’ex responsabile del settore giovanile Baccin. Penso che questo gol possa essere il primo di una lunga serie». Magari per emulare un altro giovane attaccante esploso nell’ultimo campionato del Palermo in B. «Belotti? Noi ci auguriamo soltanto il meglio per Nino–continua il papà–sapendo che dipende da lui. Non siamo mai stati appassionati di calcio eper questo mai invadenti. Dovrà essere bravo a gestirsi e a prendere le giuste decisioni». […]”.