L’edizione odierna de “La Gazzetta del Sud” si sofferma sulla Reggina. Nell’ambiente amaranto non si capacitano ancora dell’arbitraggio della gara contro il Palermo.
Chiamatela casualità. O se volete sfortuna. La storia d’amore tra Var e Reggina in questa stagione non vuole sbocciare. La ripetitività con cui si ripetono episodi e decisioni sfavorevoli agli amaranto è da sottolineare, non per costruire un alibi, anche perché la Reggina non ne ha bisogno, ma per delineare un quadro d’insieme oggettivo su quanto è accaduto fino al momento. Inizio in Emilia-Romagna.
La “Var Story ” inizia a Modena nella gara del primo ottobre scorso vinta dai locali di misura con rete di Diaw nella ripresa. Sul punteggio di 0-0 su segnalazione del Var viene annullato il gol di Di Chiara in quanto la posizione di Majer, sul tiro del terzino amaranto, è considerata di fuorigioco attivo. Il giorno seguente, in serie A, in occasione di Sampdoria-Monza viene convalidato un gol al Monza in una situazione del tutto analoga. Sul gol (convalidato) del Modena, inoltre, contatto sospetto tra Diaw, autore della rete, e Di Chiara, ma in quel caso nessun intervento Var.
Per rimanere in Emilia bisogna trasferirsi alla trasferta di Parma della nona giornata vinta dagli uomini di Pecchia per 2 a 0. L’azione che porta al primo gol dei padroni di casa nasce da un’entrata più che sospetta ai danni di Di Chiara. Anche in questo
caso, la Var non richiama l’attenzione dell’arbitro. Perugia, Genoa e Benevento. Nella sconfitta interna contro il Perugia, Var non prevenuta in occasione del terzo gol ospiti e quando una dubbia carica su Pierozzi avrebbe potuto portare ad invalidare la rete. Più sottile e meno influente quanto accadde nel big match di novembre contro il Genoa. In occasione del primo rigore assegnato alla Reggina (sbagliato da Menez) Var che richiama l’attenzione dell’arbitro per valutare l’entità del contatto ai danni di Rivas: a norma di regolamento in casi del genere l’intervento non è previsto.
Nel pareggio del 27 novembre al “Granillo” gli errori forse più eclatanti e pesanti. Il primo gol del Benevento nasce da un calcio d’angolo inesistente. Il secondo, invece, vede il giocatore dei campani Capellini in una posizione di fuorigioco a dir poco clamorosa sul tiro di Acampora: si trova davanti a Ravaglia, oltre ogni difensore amaranto e si sposta per favorire la traiettoria del tiro, partecipando all’azione. Incredibilmente il Var non interviene ed il gol convalido, sottraendo nei fatti due punti alla Reggina. Dubbia anche la decisione maturata nel finale della gara contro il Bari, con il Var protagonista nel far revocare un rigore prima concesso alla Reggina per fallo su Gori. L’arbitro torna sui suoi passi ed annulla la massima punizione, ma le immagini evidenziano che il calciatore del Bari Mallamo, pur sfiorando il pallone, rovina sull’attaccante amaranto.
Le ultime peripezie. Recenti e più freschi gli episodi di Reggina-Ternana e Palermo-Reggina. Contro gli umbri sul punteggio di 1-1, il Var interviene per fare annullare il gol del 2-1 di Canotto per fuorigioco, ma in realtà l’esterno amaranto viene rimesso nettamente in gioco dall’intervento di Mantovani, calciatore ospite, che incredibilmente non viene preso in considerazione dall’arbitro, andato a rivedere l’azione. Lo stesso Rocchi, designatore arbitrale, ammetterà l’errore a danno della Reggina portandolo come “caso” di errore. Quanto successo al “Renzo Barbera” sabato, invece, rimane un mistero. L’arbitro Minelli, lo stesso al Var in occasione la gara contro il Genoa, non sanziona il doppio fallo su Gagliolo e Liotti in area rosanero. Nessun intervento del Var, attentissimo, invece, nel segnalare il rigore al Palermo per fallo (netto) in area amaranto dello stesso Gagliolo. È sempre doveroso rispettare decisioni e comprendere gli errori, ma a fronte di un elenco così corposo è anche normale irritarsi. Almeno questo è permesso?