L’edizione odierna de “La Gazzetta del Sud” si sofferma sul Catanzaro e riporta un’intervista a Martinelli.
Il 2-1 di Palermo è stato il primo successo del Catanzaro in Serie B al “Barbera”, ma non il primo in assoluto. Nella Coppa Italia del 1971 (era il 12 settembre) firmò l’1-0 una leggenda del calcio giallorosso come Alberto Spelta. Molto più recentemente, in Serie C erano serviti i gol di Luca Verna (venerdì scorso in panchina) e Luca Martinelli, a tutti gli effetti bandiere anche loro. Il capitano, adesso all’Audace Cerignola, aveva deciso l’incontro con un colpo di testa su punizione di Ciccio Corapi: mancavano dieci minuti alla fine, era il 21 febbraio 2021.
Martinelli non ha dimenticato quel colpaccio: «La vittoria e il gol con il Palermo li ricordo molto bene e con immenso piacere perché non capita spesso di segnare e vincere con una rete decisiva al “Barbera”. È stato uno dei gol più significativi della mia carriera, rimarrà per sempre nella mia mente», ha detto il trentaquattrenne, oltre 130 presenze e 8 centri in quattro stagioni giallorosse culminate con la promozione da record dello scorso marzo. «Il Catanzaro ha l’impronta della squadra di un anno fa. Il progetto tecnico ha avuto seguito con la stessa organizzazione e filosofia di gioco, anche se col salto di categoria il mister e il suo staff hanno apportato qualche accorgimento in più nella fase di non possesso. I risultati parlano da soli».
Luca ci credeva fin dall’inizio e non ha perso i contatti con la sua vecchia squadra e i suoi vecchi compagni. Per esempio era in tribuna al “San Nicola” di Bari nella gara terminata 2-2 a fine settembre. «Ho sempre creduto che questo progetto tecnico potesse fare bene anche in Serie B e la dimostrazione arriva in ogni partita, al netto di qualche difficoltà che ovviamente si può incontrare perché la B è questa: bella, difficile e imprevedibile».
Le idee alla base dell’espressione di gioco delle Aquile sono il punto di forza e il motivo per cui il Catanzaro non può essere considerato una sorpresa: «La squadra ha un’identità ben precisa. Non mi stupisco della classifica e delle prestazioni. Essendo una neopromossa si tratta di un anno di assestamento, ciò non toglie che ci siano ancora margini di crescita».