L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’Atalanta e Ilicic e riporta le parole di Gasperini.
Se la ricorderà a lungo, Gian Piero Gasperini, questa trasferta di Roma in casa Lazio. A partire dalla vigilia, con il volo per la Capitale della sua Atalanta slittato al giorno stesso della partita. Circostanza più unica che rara. Per continuare con la conta delle assenze, tra infortuni, Covid e quant’altro: Cittadini, Hateboer, Gosens, De Roon, Koopmeiners, Ilicic, Malinovskyi, Pasalic, Zapata e Muriel. Mezza squadra o giù di lì. E nella lista non figurano Toloi e Maehle, rientrati all’ultimo e arruolati in panchina.
Mentre Zappacosta e Piccoli sono partiti a forza titolari, dopo la manciata di secondi contro l’Inter post quarantena. Ecco perché lo 0-0 dell’Olimpico, un po’ come quello di domenica scorsa con l’Inter, lascia il sorriso in bocca al tecnico della Dea. «Non abbiamo mai avuto il dubbio che avremmo giocato, la nostra società non ha mai cercato scappatoie. Per questo ci godiamo il risultato, dopo una partita per forza difensiva, in emergenza. Siamo stati solidi, compatti e nel secondo tempo avremmo anche potuto colpire in avanti, non si fosse fermato Miranchuk…».
Tra chi a Roma non c’era ieri sera, il nome di Josip Ilicic è quello che fa più rumore. Lo sloveno sta vivendo una situazione delicata, simile a quella già affrontata nel 2020 post lockdown. «Non mi fa piacere parlare di Ilicic oggi – ammette Gasperini -. Posso solo dire che noi lo aspettiamo tutti. La sua situazione ha degli alti e bassi, ora c’è qualche problema, ma non ha perso la voglia di ripartire. In questo momento, però, bisogna pensare alla persona e non al calciatore. La nostra testa è una giungla, non è facile per gli psicologi, figurarsi per noi. Quest’anno non si è mai impegnato tanto, l’ho avuto anche a Palermo e non l’ho mai visto così impegnato. Lo aspetteremo tutta la vita come persona, come calciatore è imprevedibile. I medici non sanno darci una risposta, non posso darla io».