La Serie B è pronta a ripartire e il big match dell’Arechi tra Salernitana e Palermo accende subito i riflettori sul weekend. Un crocevia importante per entrambe, chiamate a dare una svolta alle rispettive stagioni. A parlarne è Francesco Galeoto, palermitano di nascita ma salernitano d’adozione, intervistato da Enrico Vitolo per Il Mattino di Salerno.

«Gara importante, ma non decisiva» – precisa subito l’ex difensore – «chi avrà più voglia e testa e chi riceverà le migliori risposte dagli attaccanti, tra i più forti del campionato, avrà la meglio».

Secondo Galeoto, il fattore campo sarà determinante: «L’Arechi è impattante, lo so bene perché ci ho giocato sia da granata che da avversario. La tifoseria di Salerno è il quattordicesimo uomo in campo. Quando ha la Sud dalla sua parte, la Salernitana è favorita. Ma attenzione, anche il Palermo arriva con tanta pressione addosso».

Alla domanda su quale tipo di partita aspettarsi, l’ex granata è netto: «Ora non conta il bel gioco. Serve concretezza. Va bene anche vincere su rigore o con un’autorete. Chi c’è in fondo alla classifica deve pensare solo a fare punti».

Impossibile per lui, domenica, scegliere per chi tifare: «Sono legatissimo a entrambe. Palermo è la mia città, ma a Salerno sono stato benissimo. Mi auguro che la Salernitana si salvi e il Palermo centri almeno i playoff».

Sui moduli e sull’evoluzione del calcio, Galeoto è nostalgico: «Un giocatore come me oggi manca ovunque. Il calcio è cambiato, è diventato tutto tattica e tecnologia. Ai miei tempi, Delio Rossi faceva tutto con pochi collaboratori. Ora un allenatore ne ha sette o otto».

Infine, una riflessione sulla stagione: «Sì, insieme a Sampdoria e Palermo, la Salernitana è una delle delusioni. Dovevano stare in alto, in Serie A. Ma sono stati fatti troppi errori iniziali e troppi cambi in panchina».

Nonostante tutto, Galeoto resta ottimista: «La Salernitana si salverà. Breda ha ricostruito un ambiente complicato e ora si può solo guardare avanti».

E un ultimo pensiero, personale, proprio per l’allenatore granata: «Una volta mi disse: “Devo lavorare e scegliere con la mia testa, senza sentire gli altri”. Aveva ragione. Ha un grande cuore. Spero che possa restare anche l’anno prossimo e lottare per qualcosa di più grande».