L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Galassia del City Football Group e sui contatti allacciati con l’Uefa.
Sarebbero dovuti venire qui a luglio. Subito dopo l’ingresso del Palermo nel City Football Group. Visite di cortesia che diventano stage di apprendimento. Le fanno tutte le squadre acquisite, in maggioranza o in parte, dall’organizzazione allestita dal fondo di Abu Dhabi che controlla la parte celestina di Manchester per razionalizzare le attività sportive. Senonché l’estate del Palermo è stata lunga e calda. Se n’è andato praticamente prima di cominciare l’allenatore Silvio Baldini, Eugenio Corini è arrivato e non sapeva bene dove. Hanno lasciato perdere: meglio tenere i piedi su terra cognita. Lo fanno adesso perché le cortesie non si possono rimandare a lungo e perché la sosta per le Nazionali ha liberato i terreni dell’Academy del City da ogni presenza ingombrante. Noi della casa madre ce ne andiamo in vacanza una settimana, fate come se foste a casa vostra.
Il Palermo è uno degli undici club nel portafoglio del gruppo. Chi più chi meno, con varie percentuali di penetrazione nel capitale azionario, il City ha le mani dall’Australia alla Cina passando per l’Europa. In linea di massima la faccenda non funziona male neppure dal punto di vista sportivo. Il Girona, appena promosso in prima serie, e il Troyes, che in Ligue 1 da due stagioni, ormeggiano intorno alla metà della classifica. Siccome da queste parti prendono sul serio le limitazioni anche semplicemente deontologiche e le prospettive d’affari, hanno avviato contatti con l’Uefa sul tema delle possibili incompatibilità per l’eventuale presenza nelle coppe di due squadre della compagnia. Per adesso non c’è pericolo, soprattutto per quanto riguarda il Palermo, perché hai visto mai.